"Signor Ministro, tra poche ore la Corte dei conti deciderà se il progetto da lei proposto andrà avanti oppure si fermerà. Già oggi la Corte dei conti ha posto dei gravi rilievi sulle procedure da lei adottate, una forzatura politica che lei ha fatto. Del resto, lei ha sottratto 14 miliardi di euro al Paese e alle vere priorità, tra cui il trasporto pubblico. Avete tagliato nella legge di bilancio il trasporto pubblico, dalle metropolitane di Milano, Roma e Napoli, e tante altre questioni, per finanziare un'opera che la Corte dei conti dice che non va bene, in primis, e concludo. La domanda che le rivolgo è questa: nel 2005 è stata fatta una gara europea di appalto per assegnare il progetto sul ponte, 3,9 miliardi; sono passati 20 anni e avete assegnato allo stesso contraente quest'opera per 14 miliardi di euro, violando la direttiva europea sugli appalti. Lei intende sanare questa situazione o intende proseguire, violando la direttiva europea?"
Il ministro cui era rivolta la domanda di Angelo Bonelli (AVS) durante le interrogazioni a risposta immediata che si sono tenute nel pomeriggio alla Camera, Matteo Salvini, non ha risposto, limitandosi a esaltare l'opera e ad elencarne i supposti benefici.
Nella replica, Bonelli ha ricordato al "ministro" che l'unico parere dato dallo Stato su questo progetto risale al 1999: il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici: "L'avete scritto voi nelle controdeduzioni fatte alla Corte dei conti. Vi dovete vergognare, avete presentato un progetto vecchio di 26 anni, ma lei si rende conto? Ma con che faccia viene davanti al Paese a dire una cosa del genere? E qui lei adesso ci viene a dire che andrete avanti comunque in ogni caso. Voi state esercitando l'autorità della politica contro la scienza, contro la tecnica perché “sto Ponte si deve da fare”. È inutile che fa questi gesti, io vorrei che lei prestasse più attenzione, perché lei potrebbe fare il ponte, ma lei non è al di sopra della legge, nessuno è al di sopra della legge. E quindi avete eliminato il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, non avete considerato il parere dell'Autorità nazionale anticorruzione…"
Poi è arrivato il parere della Corte dei Conti.
La Corte dei Conti ha respinto il visto di legittimità sulla delibera Cipess n. 41/2025 relativa al progetto definitivo del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. La decisione è stata assunta dalla Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato, al termine della Camera di consiglio seguita all’adunanza del 29 ottobre 2025. La delibera, approvata dal Cipess lo scorso 6 agosto, prevedeva l’assegnazione di risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e l’approvazione del progetto definitivo ai sensi del decreto-legge n. 35 del 2023. Le motivazioni del mancato visto non sono ancora note e saranno comunicate entro 30 giorni:
"La sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, all’esito della Camera di consiglio seguita all’adunanza del 29 ottobre 2025, non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera CIPESS n. 41/2025, seduta del 06 agosto 2025 “Collegamento Stabile tra la Sicilia e la Calabria: assegnazione risorse FSC ai sensi dell’articolo 1, comma 273-bis, della legge n. 213 del 2023 e approvazione, ai sensi dell’articolo 3, commi 7 e 8, del decreto-legge n. 35 del 2023, del progetto definitivo e degli atti di cui al decreto-legge n. 35 del 2023”. Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note con apposita Deliberazione entro 30 giorni".
Apriti cielo!
La premier Giorgia Meloni (FdI), la stessa che pochi giorni fa aveva accusato la segretaria dem Elly Schlein di "diffondere in giro per il mondo falsità e gettare ombre inaccettabili sulla Nazione" per aver detto che i governi di destra estrema (come quello italiano) sono un pericolo per la democrazia, ha dichiarato:
"La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a un’intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo sostenuta dal Parlamento".
Non è stato da meno l'altro saltafossi che si è intestata la realizzazione del ponte sullo Stretto, Matteo Salvini:
"La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da Sud a Nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti".
Anche l'altro rappresentante della "triade" che governa il Paese, Antonio Tajani (FI), è stato chiamato ad esprimere la propria sentenza di condanna contro la magistratura... contabile, ma sempre magistratura: "Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare. Quella sul Ponte dello Stretto da parte della Corte dei Conti, è una decisione che mi lascia esterrefatto e che arriva alla vigilia dell’ultimo voto in Parlamento per realizzare la riforma della giustizia. Il Governo andrà avanti".
Quale migliore dimostrazione del fatto che questa gente "se ne frega" delle norme, pretendendo di far credere a degli idioti - cioè coloro che applaudono a tali dichiarazioni - che il diritto e le regole sarebbero subordinate agli schiribizzi di chi è maggioranza nel Paese?
Tali affermazioni anti-democratiche sono diventate un assist per Elly Schlein:"Meloni con le sue gravi affermazioni contro la Corte dei Conti chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale. Non è una riforma che serve a migliorare la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione".
Così Nicola Fratoianni (AVS): "La corte dei conti ha bocciato il progetto del ponte sullo stretto. I magistrati hanno evidenziato molti vizi sostanziali di un progetto vecchio di 20 anni, con molte lacune tecniche e amministrative e per approvare il quale è stata forzata dal governo una procedura speciale senza giustificazioni. Di fronte a un giudizio così netto un governo che rispetta l’Italia e le sue istituzioni dovrebbe fermarsi e ricominciare a ragionare sull’opera e il ministro Salvini dovrebbe rassegnare le dimissioni. Ma questo è un governo che rispetta solo se stesso e i suoi amici, e così è ricominciata la guerra di Meloni e Salvini contro la magistratura. E questa volta sono passati anche alle minacce nei confronti della corte dei conti. Tutto oltre ogni limite. Tutto inaccettabile".
Angelo Bonelli: "Grande Vittoria! La Corte dei Conti ha ritenuto illegittima la delibera CIPESS sul Ponte sullo Stretto di Messina. Vince la giustizia, vince il diritto. Salvini ha tenuto in ostaggio il Paese con la sua follia, sottraendo 14 miliardi di euro allo Stato per un progetto mai validato da alcun tecnico o organismo dello Stato: un progetto vecchio di 26 anni, che viola le direttive europee su ambiente e concorrenza. È il fallimento politico e istituzionale di Salvini, che ora deve dimettersi. Siamo pronti a denunciare alla Corte di Giustizia europea qualsiasi tentativo di andare avanti con una delibera illegittima".
Giuseppe Conte, M5s: "Il progetto del Ponte sullo Stretto è miseramente fallito. Sotterrato dai rilievi della Commissione europea, prima, e adesso anche della Corte dei Conti. L’avevamo già denunciato: viola norme europee e interne, procedurali e ambientali. Meloni e Salvini sono già usciti per mettere le mani avanti: tutta colpa dei giudici, brutti e cattivi. Ma, in realtà, quanti danni stanno facendo grazie alla loro incapacità? Hanno ripresentato un vecchio progetto che prevedeva un project finance, che oggi è diventato un appalto che costa più di 5 volte la spesa originaria e volevano aggirare le norme europee sulle gare pubbliche. Per non parlare delle evidenti carenze progettuali e ambientali.Oggi, con quest’ultima figuraccia, mettiamo la parola fine alla telenovela sul "carrozzone" del Ponte sullo Stretto da 13,5 miliardi.Al ministro Salvini non resta che assumersi le proprie responsabilità: si dimetta per aver turlupinato i cittadini italiani. E Giorgia Meloni faccia mea culpa anche lei, e prenda quei soldi del Ponte, ci aggiunga il miliardo buttato nei centri deserti in Albania, e li metta tutti in legge di bilancio a favore di cittadini e imprese, schiacciati dal carovita e dall’inflazione. Le misure le abbiamo già presentate: aumento della no-tax area e dell’assegno unico per i figli, ritorno a transizione 4.0.La smettano con la “guerra santa” a giudici e controllori. Che questa volta sono capitati male, prima della Corte dei Conti c’è stato l’alt della Commissione europea. La smettano di porsi al di sopra della legge e di continuare a sfidare giudici e controllori esibendo l’arrogante protervia del potere. Dovrebbero preoccuparsi piuttosto dei propri limiti, invece di cercare nemici e complotti ovunque".
In un Paese democratico questa pagliacciata del ponte sullo Stretto sarebbe già da considerarsi accantonata. Ma dato che l'Italia di Meloni è tutt'altro che una democrazia, non ci sarebbe da stupirsi se la premier cresciuta sotto tutela dei camerati di Colle Oppio dovesse mettere in atto il fascistissimo "me ne frego" ed andare avanti con la costruzione dell'opera, a dispetto delle sentenze e del diritto.


