"Il nostro auspicio è che si giunga a definire un unico testo di legge ben ragionato e in tempi rapidissimi in vista del 27 gennaio, anche assieme alle proposte che provengono dal coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo Pasquale Angelosanto.Boicottare il percorso parlamentare per una lettura selettiva e distorta della stessa definizione Ihra equivale ad eludere il problema e strumentalizzarlo per una dialettica puramente politica, o peggio ancora a porsi proprio al servizio di chi continua a favorire odio antisemita".
Questo è quanto detto all'ANSA, dalla presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, approfittando della presentazione A TITOLO PERSONALE del disegno di legge dell'esponente PD (speriamo ancora per poco) Graziano Delrio.
Purtroppo per la signora Di Segni, nota fanatica a supporto delle politiche genocidarie e di apartheid dello Stato canaglia di Israele, l'estemporanea proposta di Delrio, presentata con lo scopo - probabilmente il principale - di mettere in difficoltà Elly Schlein, è stata sconfessata dalla segreteria dem e dai gruppi parlamentari di quel partito. Il perché lo ha chiarito Laura Bodrini:
"La legittima, e doverosa, condanna del regime del terrore e dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi dal governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania non può in alcun modo essere confusa con l'antisemitismo.L'odio contro gli ebrei è un male che va combattuto senza tentennamenti e ovunque si manifesti, ma confonderlo con la critica e la condanna alle politiche di Netanyahu e dei suoi ministri, per altro sotto indagine da parte della Corte penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia, sarebbe un grave errore.Un errore che rischierebbe anche di minare la difesa del diritto internazionale, dei diritti umani e l'autorevolezza degli organismi multilaterali.Per questo non sono favorevole a leggi che rischiano di equiparare antisemitismo a critica aspra al governo Netanyahu.Bene ha fatto il PD a chiarire che al Senato si è trattato di un'iniziativa di singoli senatori e che non è questa la linea del partito".
Ma perché la fanatica Di Segni vuole che l'Italia adotti la definizione di antisemitismo dell'IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance)?
Perché dice questo...
"L'antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio verso gli ebrei. Manifestazioni retoriche e fisiche di antisemitismo sono rivolte a individui ebrei o non ebrei e/o alle loro proprietà, alle istituzioni della comunità ebraica e ai luoghi di culto".
Oltre alla definizione generale, l'IHRA fornisce indicazioni di esempi di antisemitismo, come:
- Negare agli ebrei il diritto all'autodeterminazione (es. affermando che lo Stato di Israele non ha diritto a esistere).
- Applicare doppi standard a Israele rispetto ad altri Paesi.
- Confrontare le politiche di Israele con quelle dei nazisti.
- Fare attacchi stereotipati sugli ebrei in generale.
Questa definizione è intesa come strumento guida, soprattutto per istituzioni e governi, per identificare e combattere forme moderne di antisemitismo, senza limitarsi a casi storici o violenze fisiche.
Ecco perché tale definizione è sbagliata...
"Una certa percezione degli ebrei" – Letteralmente, antisemitismo diventa qualsiasi percezione negativa degli ebrei. Tradotto: se non ti piacciono gli ebrei per qualsiasi motivo, potresti essere accusato di antisemitismo. La definizione non distingue tra critica legittima e odio reale. È come dire che pensare male di qualcuno per motivi politici equivalga automaticamente a razzismo.
"Espressa come odio verso gli ebrei" – Qui la definizione fa un salto logico: non è chiaro quanto forte debba essere l'odio per essere considerato antisemitismo. Basta un commento sarcastico? Una critica politica? Non è definito. Praticamente, tutto può essere tirato dentro.
Estensione a "non ebrei" e "proprietà, istituzioni, luoghi di culto" – Ok, proteggere le persone è legittimo, ma includere istituzioni o luoghi di culto apre la porta a considerare antisemitica qualsiasi critica a una sinagoga, a un'organizzazione ebraica, o persino a Israele, se lo si collega agli ebrei in generale.
E sugli esempi illustrativi si arriva persino al grottesco...
Negare il diritto all'autodeterminazione di Israele = antisemitismo. Tradotto: se critichi lo Stato israeliano, sei potenzialmente antisemita.
Critica politica = odio etnico.
Doppi standard verso Israele = antisemitismo.
Confronti con i nazisti = antisemitismo. Peccato che gli attuali rappresentanti delle istituzioni israeliane e di molte comunità ebraiche applaudano al genocidio e all'apartheid.
Effetto pratico – Questa definizione è in realtà uno strumento di censura politica mascherato da tutela contro l'odio. Criticare Israele o alcuni comportamenti di ebrei influenti può teoricamente essere etichettato come antisemitismo. Non è un'esagerazione: è stato usato esattamente così in vari contesti accademici e politici.
In sintesi, la definizione IHRA suona bene sulla carta ("combattiamo l'odio!"), ma nel concreto serve solo a non distingue più tra odio reale verso le persone e legittima critica politica... e questo con l'unico scopo di favorire la propaganda a supporto dei crimini dello Stato ebraico.


