Sabato mattina il Canal Grande si è colorato di verde. Non è un incidente, non è un atto di vandalismo fine a sé stesso: è l'ennesimo segnale d'allarme lanciato da Extinction Rebellion, stavolta con la partecipazione di Greta Thunberg, per ricordare a tutti che mentre la politica discute e rinvia, la crisi climatica avanza senza tregua.

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha condannato l'iniziativa parlando di un “gesto che ferisce la città” e accusando gli attivisti di generare paradossalmente ulteriore inquinamento. Peccato che i fatti dicano altro: negli episodi precedenti è stata utilizzata fluoresceina, un colorante non tossico, ampiamente usato in ambito scientifico e già impiegato in passato senza conseguenze per l'ambiente lagunare. Anche questa volta, infatti, la navigazione non è mai stata interrotta e i Vigili del fuoco hanno confermato la sicurezza della sostanza.

Il vero problema non è il verde dell'acqua, ma l'indifferenza generale verso un patrimonio naturale e culturale che rischia di sparire. Venezia è una delle città più esposte all'innalzamento del mare e agli effetti estremi del cambiamento climatico. Ogni gesto che rompe la routine e costringe a guardare la realtà per quella che è fa più per l'ambiente di mille dichiarazioni solenni.

Le autorità hanno identificato i partecipanti e sequestrato strumenti e striscioni. Reazioni prevedibili, ma che non cambiano il punto centrale: senza azioni forti, la questione ambientale resta sullo sfondo, ignorata finché non esplode sotto forma di emergenza.

Che piaccia o no, iniziative come questa funzionano. Portano attenzione, costringono a discutere, rompono la patina di normalità che copre problemi enormi. Non sono “attacchi al cuore del patrimonio”, ma richiami urgenti a difenderlo davvero – non a parole, ma con politiche serie e immediate.

Oggi, dal proprio profilo social, il nullafacente (in relazione al suo incarico) ministro dei Trasporti Matteo Salvini commenta così l'iniziativa a sostegno dell'ambiente: 

"La stessa sinistra che difende giudici e assistenti sociali che strappano tre bambini felici alla loro famiglia e alla loro casa super Green nella natura, imbratta e vandalizza nel nome dell'ideologia estremista. Vergognatevi! L'assistente sociale servirebbe per Greta e tutti i gretini…"

Come è possibile che un parlamentare della Repubblica, oltretutto ministro in carica, possa scrivere tali bestialità?

Fra tutte le reazioni possibili, potevamo forse sperare che il ministro delle Infrastrutture commentasse parlando di trasporti, impatto ambientale, sicurezza idrogeologica? Ingenui.

Matteo Salvini ha preferito collegare la fluoresceina nel Canal Grande… ai giudici, agli assistenti sociali, ai “bambini felici”, alla “sinistra” e ovviamente ai “gretini”. Tutto, tranne ciò di cui si stava parlando. Un classico.

Nel suo post — ormai indistinguibile da uno sfogo di un utente qualsiasi — il ministro riesce a mescolare temi totalmente scollegati fra loro con una naturalezza quasi artistica. Se non fosse un membro del governo, potremmo anche sorridere: sembra uno che, invece di commentare un gesto ambientalista, ha tirato freccette a caso su un tabellone pieno di slogan.

Il problema è che non stiamo parlando di un tizio qualunque. È un ministro della Repubblica. Uno che dovrebbe mantenere un minimo di lucidità istituzionale. Uno che dovrebbe garantire trasporti sicuri, infrastrutture moderne e un approccio serio ai problemi reali del Paese. Invece no: l'unica infrastruttura che cura con costanza è quella dei suoi social.

E mentre Venezia affronta un destino segnato dall'innalzamento del mare, mentre gli scienziati lanciando allarmi su allarmi sul cambiamento climatico, mentre l'Italia accumula ritardi epocali sulle politiche ambientali, ecco che il ministro preferisce auspicare l'assegnazione agli assistenti sociali a chi chiede semplicemente che il Pianeta non bruci del tutto. 

Com'è possibile che un rappresentante delle istituzioni, con responsabilità reali e concrete, come Matteo Salvini scelga volontariamente di comunicare in modo così scomposto, offensivo e slegato dai fatti?

Forse la risposta è fin troppo semplice: perché può farlo e perché nessuno gli ha detto chiaramente che dimostra una persistente incapacità di applicare buon senso, logica o discernimento, spesso con una sicurezza ingiustificata nelle proprie opinioni... definizione elegante di imbecille, termine non utlizzabile perché "potrebbe" esser considerato offensivo.

Infine, com'è possibile che uno del genere possa fare il ministro?