La situazione sanitaria a Gaza è una "catastrofe senza precedenti" che avrà conseguenze per "generazioni a venire". L'allarme arriva dal direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che in un'intervista alla BBC (fonte: 'Fatal combination' of disease, injuries and famine in Gaza is generational crisis, WHO tells BBC) ha denunciato il collasso totale del sistema sanitario della Striscia e l'urgenza di aumentare drasticamente gli aiuti umanitari.
Aiuti insufficienti nonostante la tregua
Nonostante il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre tra Israele e Hamas abbia permesso l'ingresso di maggiori forniture mediche e alimentari, i volumi restano molto al di sotto del necessario. Secondo l'OMS sarebbero indispensabili almeno 600 camion di aiuti al giorno; attualmente ne entrano tra i 200 e i 300.
Tedros ha sottolineato che la ricostruzione del sistema sanitario di Gaza richiederà almeno il 10% dei 70 miliardi di dollari stimati dall'ONU per la ricostruzione complessiva del territorio: "Non stiamo parlando solo di emergenza sanitaria, ma di una crisi strutturale che comprometterà la salute mentale e fisica di un'intera popolazione per decenni".
Fame, malattie e accesso limitato alle cure
Secondo l'OMS, i cittadini di Gaza stanno affrontando simultaneamente carestia, ferite da conflitto, epidemie dovute alla distruzione delle infrastrutture idriche e sanitarie, e un accesso fortemente limitato all'assistenza umanitaria. Tedros ha parlato di una combinazione "fatale e oltre le parole".
Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha dichiarato che dall'inizio della tregua sono entrate oltre 6.700 tonnellate di cibo, ma il dato resta lontano dall'obiettivo di 2.000 tonnellate al giorno.
Tensione sugli aiuti e accuse di condizionamento
L'OMS denuncia che parte degli aiuti sanitari viene bloccata al confine perché considerata a "doppio uso", ossia potenzialmente impiegabile a fini militari. "Se ti tolgono i pilastri delle tende per costruire ospedali da campo – ha detto Tedros – come puoi curare i feriti?".
Israele ha temporaneamente sospeso gli aiuti domenica dopo la morte di due soldati in un attacco di Hamas, scatenando nuove tensioni. Le consegne sono riprese solo dopo forti pressioni internazionali.
Ostaggi e pressione diplomatica
La tregua è parte di un piano di pace in 20 punti sostenuto dagli Stati Uniti, che prevede anche la restituzione dei resti degli ostaggi israeliani ancora a Gaza. Hamas ha finora consegnato 15 corpi su 28, dichiarando di non essere in grado di recuperare gli altri.
Nel frattempo, sono stati rilasciati 20 ostaggi vivi in cambio della liberazione di circa 2.000 detenuti palestinesi. Tedros ha invitato Israele a "de-sincronizzare" la questione degli ostaggi dall'ingresso degli aiuti: "Gli aiuti non devono essere usati come arma".
Un futuro incerto
Dall'inizio della guerra, oltre 68.000 palestinesi sono morti nei bombardamenti israeliani, secondo il ministero della Salute di Gaza.
La fragile tregua è stata violata più volte. "Alcune persone – ha ricordato Tedros – stavano festeggiando la pace nelle strade. Quelle stesse persone ora non sono più vive. Questo ci dice quanto sia instabile la situazione".
Il messaggio dell'OMS è chiaro: senza un accesso illimitato agli aiuti umanitari, la crisi sanitaria a Gaza non solo continuerà, ma segnerà in modo permanente le prossime generazioni. La comunità internazionale è chiamata ad agire ora, prima che l'emergenza diventi irreversibile.
Eppure, pochi giorni fa, riuniti al CNEL su invito dell'UCEI, politici e giornalisti del nostro paese hanno avuto il coraggio di dire parole disumane (bestialità) di tale tenore...
- Roccella, in un evento al CNEL organizzato dall'UCEI, attacca le "gite" ad Auschwitz: è bufera
- Per la capo ufficio stampa RAI non esiste una sola prova che le IDF abbiano mitragliato civili inermi
- Mario Sechi sta dalla parte giusta della storia negando il genocidio avvenuto a Gaza
- Funerali alle bambole!!!
Coloro che hanno partecipato e condiviso tali affermazioni, che costituiscono solo una "frazione" dei contenuti trattati durante l'evento, sono stati:
il Presidente CNEL Renato Brunetta, la Presidente UCEI Noemi Di Segni, l’Ambasciatore di Israele in Italia Jonathan Peled, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto Lamberto Giannini, l’Assessore alla Comunicazione UCEI Davide Jona Falco, la prof.ssa Deborah E. Lipstadt, Ernesto Galli della Loggia, Pierluigi Battista, Claudio Vercelli, Emanuele Dalla Torre, Raffaella Rumiati ,Aldo Winkler, Riccardo Shemuel Di Segni, Fiamma Nirenstein, Emanuele Fiano, Mario Sechi, Davide Parenzo, Stefano Parisi, Giuliano Ferrara, Incoronata Boccia...
Perché nessuno si indigna nei confronti di questa gente?


