In una intervista rilasciata a POLITICO, Donald Trump ha lanciato uno dei suoi attacchi più duri contro l'Europa, definendola un insieme di Paesi “in decadenza” e governati da leader “deboli” e incapaci di gestire le principali crisi del continente. Dalle politiche migratorie al conflitto in Ucraina, l'ex presidente non ha risparmiato giudizi netti, segnando l'ennesimo strappo con alleati storici come Francia e Germania.

“L'Europa non sa cosa fare”
Trump ha accusato i governi europei di immobilismo, sostenendo che l'eccesso di correttezza politica abbia paralizzato ogni decisione sui dossier più urgenti:

  • gestione delle frontiere e dei flussi migratori,
  • strategia comune per fermare la guerra in Ucraina.

Secondo il presidente USA, città come Londra e Parigi sono ormai al collasso a causa dell'immigrazione e alcuni Stati rischierebbero addirittura di “non essere più Paesi economicamente sostenibili” senza un cambio drastico di rotta.

Interferenze dichiarate: “Sosterrò candidati europei”
Trump ha anche ammesso senza esitazioni l'intenzione di continuare a intervenire nelle politiche interne europee, sostenendo pubblicamente candidati che incarnano la sua linea politica. Ha citato come esempio Viktor Orbán, primo ministro ungherese e simbolo delle politiche anti-immigrazione che lui considera un modello.

La risposta dall'Europa non si è fatta attendere: il presidente del Consiglio Europeo António Costa ha ricordato che “gli alleati non interferiscono nelle scelte democratiche dei propri alleati”.

Ucraina: nessuna garanzia agli europei
Il commento più delicato riguarda la guerra in Ucraina. Proprio nel momento in cui le capitali europee temono un ammorbidimento verso la Russia, Trump ha affermato che Mosca si trova “in posizione più forte” e ha rivelato di aver proposto un nuovo piano di pace non ancora valutato da Zelensky.
In parallelo, ha rilanciato l'invito all'Ucraina a indire nuove elezioni, insinuando che il Paese abbia perso legittimità democratica.

Contrasto con la realtà interna americana
Il tono perentorio di Trump in politica estera contrasta con la sua gestione dei problemi interni. Nonostante l'inflazione in aumento e il caos politico al Congresso, il presidente americano ha definito l'economia americana “A++”, pur non indicando soluzioni reali per i rincari, in particolare nel settore sanitario.

Un ruolo che pesa ancora sul mondo
Al di là dei giudizi, resta un dato: Trump continua a essere una figura capace di condizionare la politica internazionale. L'uscita della nuova Strategia di Sicurezza Nazionale americana ha già agitato le capitali europee, ponendo Washington in aperto contrasto con l'establishment dell'UE su temi come immigrazione, sovranità e rapporti con la Russia.

La distanza tra le due sponde dell'Atlantico non è mai sembrata così netta. E Trump, lungi dal cercare una ricomposizione, sembra intenzionato a spingerla fino al punto di rottura.