Un'altra pagina oscura dello Stato ebraico: il “progetto umanitario” che puzza di inganno.
La vicenda svelata da Haaretz è l'ennesima dimostrazione di quanto la retorica “umanitaria” venga usata come copertura per operazioni politiche sporche. Secondo l'inchiesta, la misteriosa organizzazione “Al-Majd Europe”, presentata come una ONG dedita a “salvare comunità musulmane dalle zone di guerra”, sarebbe in realtà guidata da Tomer Janar Lind, cittadino israeliano con passaporto estone. Non un dettaglio marginale: è esattamente l'opposto dell'immagine neutrale e umanitaria che l'organizzazione vuole vendere.

La parte più surreale? Secondo il giornale, Israele avrebbe chiesto proprio a questa struttura di coordinare voli per portare palestinesi fuori da Gaza. Voli charter partiti dall'aeroporto di Ramon, vicino a Eilat, diretti verso varie destinazioni all'estero. Un traffico discreto, silenzioso, ma sistematico. Altro che soccorso: qui si parla di ingegneria demografica sotto copertura.

Il quadro diventa ancora più grottesco se si considera che la cosiddetta ONG opererebbe in coordinamento diretto con il Ministero della Difesa israeliano e con quello dell'Immigrazione. Non è nemmeno più possibile fingere che si tratti di iniziative indipendenti. Una struttura presentata come “umanitaria” che funziona come braccio operativo di istituzioni statali impegnate da mesi in una devastazione senza precedenti: è difficile immaginare qualcosa di più cinico.

Nel frattempo, da Ramallah si ringrazia apertamente il Sudafrica per la scelta di concedere visti temporanei e garantire un trattamento realmente umano ai palestinesi in fuga. E fa bene a ringraziare: almeno un Paese sta mantenendo una posizione limpida, coerente e rispettosa del diritto internazionale, senza costruire operazioni opache dietro la facciata dell'altruismo.

La stessa autorità palestinese però avverte — con toni duri e senza mezzi termini — di non cadere nelle trappole pensate per "spingere i palestinesi allo spostamento forzato". E mette in guardia aziende e individui che speculano sulla disperazione della gente, ricordando che il traffico di esseri umani non diventa lecito solo perché si nasconde dietro un logo “umanitario”.

Il punto è semplice: se davvero l'obiettivo fosse aiutare i civili, non servirebbero entità fantasma registrate chissà dove, né operazioni gestite nell'ombra. Qui non c'è umanità, c'è un progetto. E chi lo porta avanti sa benissimo che, mostrato alla luce del sole, non reggerebbe nemmeno un minuto.