"Nella seduta odierna, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), alla presenza del Presidente del CIPESS, Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia MELONI, e del Segretario del CIPESS, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessandro MORELLI, ha approvato il progetto definitivo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria (Ponte sullo Stretto di Messina) e gli atti di cui al decreto-legge n. 35 del 2023. Il costo dell’opera è di 13,532 miliardi di euro, interamente coperto con finanziamenti pubblici già disponibili a seguito delle leggi di bilancio 2024 e 2025. L’opera, lungamente attesa, era già prevista da una norma del 1971 ed è stata riavviata dal Governo nel 2022. Darà vita al ponte a campata unica più lungo del mondo, di 3300 metri, sostenuta da due torri di 399 metri di altezza. Ospiterà 3 corsie stradali per senso di marcia, di cui una di emergenza, 2 corsie di servizio e 2 binari ferroviari con marciapiedi laterali pedonabili. I collegamenti saranno assicurati da circa 40 km di raccordi viari e ferroviari (l’80% dei quali sviluppati in galleria) che collegheranno il ponte, dal lato Calabria, all’autostrada del Mediterraneo e alle stazioni ferroviarie di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria e, dal lato Sicilia, alle autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo nonché alla nuova stazione di Messina. Si tratta di una infrastruttura strategica per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero paese, e di preminente interesse nazionale per il completamento delle reti transeuropee di trasporto. Ha una valenza trasportistica che si può apprezzare in connessione con il parallelo sviluppo delle nuove reti di trasporto nel Mezzogiorno, quali la alta velocità e alta capacità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria, e la velocizzazione e adeguamento tecnologico per le tratte ferroviarie in corso di costruzione o di progettazione, in particolare in Sicilia con la Palermo-Catania, Palermo-Messina, Catania-Siracusa".
Questo è quanto ha pubblicato mercoledì 6 agosto, in una nota, il Cipess. Al termine della riunione, il Sottosegretario Morelli e il Vice Presidente e Ministro Salvini hanno tenuto una conferenza stampa.
Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate da Salvini:
"Non è un punto di arrivo ma di partenza che arriva dopo due anni e mezzo di lavoro costante e qualche centinaio di riunioni. È un’opera che non ha precedenti al mondo, un unicum, quindi aver investito qualche mese in più per il monitoraggio ambientale e per passaggi fra ministeri, Europa ed enti locali…si procede con buonsenso e rispettando tutto quello che la tecnica prevede. Se si parte come si parte, l’obiettivo dell’attraversamento fra 2032 e 2033 è quello che i tecnici prevedono. Peraltro è il periodo temporale in cui il primo treno unirà Torino e Lione, il primo treno unirà Bolzano e Innsbruck con il Brennero e quello in cui i romani potranno coprire con la metro C la distanza tra piazza Venezia, lo stadio Olimpico e la Farnesina. Diciamo che per chi crede alla cabala e gioca al lotto, 20 e 32 possono essere due numeri sfidanti. ...Essere qui è un’emozione, perché non si era mai arrivati all’approvazione del progetto definitivo con l’intera copertura economica garantita e la condivisione con territori e regioni. ...Ora ci vorrà la bollinatura della Corte dei Conti, ma tra settembre e ottobre conto di partire con i cantieri, lavori ed espropri. Gli espropriati avranno un surplus rispetto a quelli dell’alta velocità in altri territori. ...Sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo. Oggi il primato è turco, poi giapponese poi cinese. Ritengo che sarà un acceleratore di sviluppo, sarà una parte della soluzione dei problema del sud d’Italia. Oggi i treni ci mettono tra i 120 e 180 minuti, si scenderà ai 15 minuti. Su gomma dipenderà dal periodo. Ma il tempo medio tra i 70 ai 100 minuti si ridurrà a 10 minuti. Ci sarà un enorme risparmio ambientale grazie alla riduzione di CO2.Ci sarà la metropolitana dello Stretto. Tre fermate di metropolitana sul fronte messinese che collegheranno i passeggeri. Tecnicamente è un progetto affascinante. La prima regione per coinvolgimento di aziende sarà la Lombardia. ...Sui territori cambia tutto, un esempio sarà la metropolitana dello Stretto: il manufatto ponte è meno della metà del costo complessivo di quello che è un restyling totale del fronte messinese e reggino. Ci saranno tre fermate di metropolitana sul fronte messinese che collegheranno tutti i giorni 365 giorni all’anno studenti, pendolari, lavoratori, ingegneri e turisti in metropolitana da una sponda all’altra. ...Il fronte del contrasto alle infiltrazioni mafiose sarà fondamentale. Sarà una nostra ragion d’essere. Si adotteranno con il Viminale tutti i protocolli già adottati con Expo e altri grandi eventi. Non fare il ponte perchè in Sicilia e in Calabria c’è la mafia allora non facciamo più niente. ...Ovviamente conto che la formazione professionale e l’acquisizione di personale sia a partire da Sicilia e Calabria, che sono due tra le regioni con il più alto tasso di disoccupazione giovanile a livello continentale. Oggi un ingegnere che si forma in Sicilia e Calabria può scegliere dove emigrare, se in Italia o all’estero. Qua accadrà l’esatto contrario. Faccio un esempio: il project manager che è una società americana porterà 200 ingegneri in Italia, questa sarà una riattrazione di cervelli e di professionalità, dalla manovalanza alle altissime professionalità".
La prima risposta al progetto del governo è un corteo organizzato a Messina per il 9 agosto...
Da non dimenticare anche che Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno già annunciato battaglia...
"L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera. Per superare questa impasse è stata avviata una procedura speciale che consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni che però non sono state rispettate. Per questo le Associazioni Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno presentato oggi, 4 agosto, un nuovo reclamo all’Unione Europea ad integrazione di quello già inviato il 27 marzo di quest’anno.Oggetto del reclamo è il secondo parere della Commissione VIA VAS (n. 72/2025) con cui si è chiusa la cosiddetta procedura di “livello III della VINCA” (Valutazione d’Incidenza), cioè la procedura che si è dovuta obbligatoriamente attivare perché indicata dal primo parere della Commissione VIA VAS (n. 19/2024), che pur rilasciando parere positivo di compatibilità ambientale dell’opera lo ha condizionato a ben 62 prescrizioni (ancora da ottemperare) tra cui, appunto, da questa procedura speciale aggiuntiva.
Impatti ambientali e direttive UESe non ci fossero impatti ambientali questa procedura non sarebbe mai stata avviata. Questa, infatti, si attiva solo in presenza di impatti ambientali acclarati e non mitigabili che riguardano aree tutelate dalle direttive comunitarie Habitat ed Uccelli, cioè i siti della Rete Natura 2000, che interessano anche lo stretto di Messina, sia il lato siciliano che quello calabrese oltre che il tratto di mare che li separa. La Commissione VIA VAS ha evidenziato gli impatti ambientali che il Ponte produrrebbe e, quindi, per poter procedere all’autorizzazione del progetto nonostante questo incida sui siti Natura 2000, ha prescritto la procedura di autorizzazione in deroga che però prevede tre condizioni ineludibili: l’assenza di alternative rispetto al progetto che produce impatti, la presenza di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico che lo giustifichino, e interventi ambientali compensativi che bilancino gli impatti che provoca. Secondo Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF tali condizioni non sussistono. Inoltre il modo in cui si è tentato di dimostrare la sussistenza di questi requisiti è stato strumentale per eludere il parere che altrimenti si darebbe dovuto chiedere all’Unione Europea. Infatti il Governo nei motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, oltre a valutazioni economiche sul rapporto costi benefici dell’opera, ampliamente opinabili, ed oltre ad effetto economico atteso dal carattere miracolistico, ha sostenuto che il Ponte avrebbe un interesse strategico anche per motivi di sicurezza militare, sanitaria e di protezione civile e in presenza di tali motivazioni la procedura viene esentata dal parere comunitario.Ma le motivazioni militari sono paradossali non fosse perché il Ponte se militarmente strategico sarebbe il primo obiettivo da abbattere, per non dire che pensare oggi a spostamenti rapidi di mezzi e truppe via terra ha dell’anacronistico. Le motivazioni di protezione civile, richiamate sia in caso di calamità sia per gli incendi, non tengono correttamente conto dei mezzi e delle persone dislocate sul territorio, non considerano il collasso del sistema di mobilità che ci sarebbe in caso di terremoto, fingono d’ignorare il sistema di dislocamento dei canadair e la gestione nazionale di questi. Le motivazioni sanitarie addirittura sostengono l’inverosimile tesi per cui il Ponte migliorerebbe l’accesso ai servizi sanitari, si favorirebbe il coordinamento dei centri di cura, si ridurrebbe il sovraccarico ospedaliero, si migliorerebbero i servizi sanitari nel loro complesso, quando i sistemi di sanitari di Messina, Villa San Giovanni e Reggio hanno problemi di mezzi e risorse che nulla c’entrano con l’attraversamento dello Stretto.
L’UE non potrà non entrare nel meritoLa Commissione VIA VAS, ritenendo competenza del Governo la dichiarazione dei motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, non è entrata nel merito delle questioni e sostanzialmente ha fatto una mera presa d’atto. Non altrettanto potrà fare l’Unione Europea perché ciò significherebbe eludere i principi del trattato dell’Unione Europea e delle direttive ambientali.La Commissione VIA VAS sembra poi non aver ritenuto di propria competenza l’analisi delle alternative, limitandosi a ratificare le analisi svolte dai proponenti e dal Governo. La soluzione a campata unica è stata infatti scelta nel 2023 da una legge ad hoc approvata dal Parlamento con voto di fiducia. Si già eccepito in sede di ricorso al TAR questo approccio di carattere notarile della Commissione VIA VAS, ma anche laddove si ritenesse questo legittimo varrebbe solo in assenza di impatti ambientali. Per non violare le direttive comunitarie ambientali, sovraordinate rispetto la normativa nazionale, è evidente che l’analisi delle alternative non è stava svolta nei termini indicati dalle direttive europee. Sul punto il Governo ha sostenuto le tesi dei proponenti l’opera, non ha dunque avuto un approccio di terzietà, per una valutazione oggettiva. Non a caso il Gruppo di Lavoro nominato sul tema dal Governo Draghi, formato in gran parte da valenti tecnici di Enti pubblici, solo qualche anno fa nel 2021 era ufficialmente arrivato a conclusioni diverse che non sono state oggetto neppure di controdeduzioni.
Monitoraggi inadeguati, compensazioni insufficientiLe compensazioni proposte sono gravemente insufficienti. La carenza di analisi naturalistiche su cui si basa è acclarata perché oggetto di prescrizioni della Commissione VIA VAS non ancora ottemperate e le misure proposte sono limitate oltre che di dubbia efficacia. Siamo di fronte a monitoraggi inadeguati. Ad esempio, per la stima delle incidenze sull’avifauna migratrice sono stati strumentalmente usati dati non aggiornati, raccolti nel 2011 nell’ambito della precedente procedura VIA VINCA. È inoltre sottostimata la perdita di habitat di specie avifaunistiche, nonché le incidenze derivanti dalle modifiche ambientali a cui è sottoposta tutta l’area, in fase di cantiere e di esercizio. Non è poi stato considerato l’effetto sinergico e cumulativo generato dalle diverse opere che compongono il progetto, né sono stati valutati gli effetti cumulativi con altri piani e progetti già programmati. A mero titolo d’esempio, ma altri se ne potrebbero fare, la reale efficacia delle misure di mitigazione per l’avifauna migratrice non è comprovata. A sostegno di questo si ricorda quanto dichiarato dall’Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ed acquisito dalla Commissione VIA VAS nel lavoro istruttorio senza però essere stato debitamente considerato: “L’impatto diretto e indiretto causato dal collegamento tra le due sponde e da tutte le infrastrutture ad esso collegato compresa l’enorme attività cantieristica per alcuni taxa (cioè alcune categorie di specie) in stato di conservazione sfavorevole o a rischio di estinzione non è mitigabile né compensabile”.A parere delle Associazioni Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF ritengono che nessuno dei criteri obbligatori previsti dalla procedura comunitaria sia stato correttamente rispettato; pertanto, ritengono che l’Italia stia violando le disposizioni di cui alle Direttive 92/43/CEE “Habitat” e 2009/147/CE “Uccelli”. Da qui il nuovo reclamo oggi presentato ad integrazione a quello già inviato il 27 marzo di quest’anno, chiedendo l’apertura di una procedura di infrazione".


