La corsa alla Miglior attrice per gli Oscar 2026 sta assumendo contorni sempre più definiti, e allo stesso tempo sorprendentemente mobili, riflettendo un panorama in cui interpreti consolidate, rivelazioni inattese e strategie industriali calibrate hanno rimodellato le percezioni nel giro di pochi mesi.

In testa il quadro è chiarissimo: l’ascesa verticale di Jessie Buckley definisce l’architettura narrativa della stagione. Hamnet appare come il titolo-simbolo della categoria, il caso critico che catalizza le attenzioni della stampa e che Focus è pronto a difendere con la determinazione di chi riconosce il potenziale di un consenso trasversale.

Attorno a lei si muove una corsa sempre più serrata, in cui ogni spostamento di ranking rispecchia non solo l’evoluzione del gusto critico, ma anche un’agguerrita partita strategica tra studios. La stagione è appena iniziata, ma la sensazione è che la vera battaglia debba ancora esplodere.

Le discese di Tessa Thompson (Hedda) e Jennifer Lawrence (Die, My Love) raccontano più una stagione iper competitiva che un reale calo di consenso artistico, mentre il posizionamento stabile di Renate Reinsve (Sentimental Value) testimonia la straordinaria solidità del cinema d’autore europeo nel dialogo con l’Academy contemporanea.

Sul fronte industriale, i blocchi in campo sono chiarissimi: Focus Features si presenta come la forza dominante con tre titoli nella top 10 (Song Sung Blue, Bugonia e soprattutto Hamnet), orchestrando una strategia multi-livello che alterna prestige drama, black comedy d’autore e melodramma musicale in chiave revival, mentre Universal resta il colosso mainstream della corsa con Cynthia Erivo (Wicked: For Good) e una macchina promozionale che si annuncia imponente.

A sorprendere sono soprattutto le new entry, come Kate Hudson e Chase Infiniti che mostrano come una singola scelta di studio (cambio di categoria, nuova narrativa comunicativa, spostamento di focus critico) possa ribaltare un’intera percezione stagionale.