La corsa alla Miglior sceneggiatura originale agli Oscar 2026 racconta, più di ogni altra categoria, il mutamento d’umore dell’industria e della critica. Rispetto alle previsioni di agosto, il campo si è rimescolato profondamente: 4 new entry – The Secret Agent, Is This Thing On?, The Testament of Ann Lee e If I Had Legs I’d Kick You – hanno ribaltato la classifica, segnando la caduta di After the Hunt e l’uscita silenziosa di Rental Family.
È il segno di una stagione in cui la parola scritta torna a farsi specchio del mondo: la scrittura non solo come costruzione di storie, ma come atto di sopravvivenza morale. Dai drammi intimi ai thriller politici, il filo rosso dell’anno è la ricerca di verità dentro il caos contemporaneo, tra vulnerabilità individuale e senso collettivo di colpa.
Dietro questo movimento, si gioca anche una partita industriale di altissimo profilo. NEON consolida il suo status di studio d'autore più influente dell’autunno, spingendo l’autorialità internazionale con la forza politica di Jafar Panahi (It Was Just an Accident) e la delicatezza psicologica di Joachim Trier ed Eskil Vogt (Sentimental Value). A24 rilancia la sua identità indie con due poli opposti – la furia nervosa dei Safdie (Marty Supreme) e la grazia quotidiana di Mary Bronstein – mentre Netflix, tra A House of Dynamite e Jay Kelly, tenta di riaffermare la propria supremazia nel campo della scrittura sofisticata, alternando rigore e introspezione. È una corsa fatta tanto di narrazioni quanto di narrazioni sulla scrittura: campagne che non vendono solo film, ma visioni del cinema come gesto etico e autoriale.
Al vertice, Sinners di Ryan Coogler resta il titolo da battere. Warner Bros ha costruito attorno al film un’operazione poderosa, capace di unire ambizione industriale e profondità simbolica, imponendo Coogler come il nuovo interprete della mitologia americana. Ma il predominio del frontrunner non cancella la sensazione di una stagione viva, aperta, in cui outsider e maestri si contendono la pagina come un campo di battaglia. Nella categoria forse più nobile dell’Oscar, la scrittura torna regina – e la sfida per il miglior racconto del 2025 è appena cominciata.


