Se qualcuno cercava un modo rapido per rovinarsi la serata, Italia–Norvegia è stato un servizio completo: illusione iniziale, blackout totale, crollo fisico, mentale e tattico. Il tutto davanti a 70.000 persone venute al Meazza per sostenere una Nazionale che, ancora una volta, si è sciolta come neve al sole alla prima difficoltà. La Norvegia, trascinata dal suo solito martello pneumatico chiamato Haaland, si è portata a casa un 4-1 che suona come una risata in faccia, e nel frattempo ha festeggiato il Mondiale con 5.000 tifosi che sembravano addirittura più numerosi dei nostri.

L'Italia? L'Italia ha fatto quello che ormai le riesce meglio: partire bene, segnare, e poi buttarsi giù da sola.

 
Primo tempo: la solita illusione che ci casca sempre
Pio Esposito segna, lavora bene, corre, lotta. Il ragazzo fa quello che può. Retegui prova a tenere alta la squadra. Barella imposta. Dimarco crea. Insomma, l'Italia pare viva. La Norvegia sembra rassegnata a una partita difensiva: bassi, compatti, quasi passivi. E infatti si va al riposo con la sensazione che basti poco per chiuderla.

Quella sensazione inganna sempre. Da anni.

Il raddoppio? Sfumato. Le occasioni? Sprecate. La gestione? Illusoria. Perché appena gli avversari alzano il livello – o semplicemente decidono che è ora di giocare – noi diventiamo una banda di dilettanti allo sbaraglio.

 
Secondo tempo: si spegne la luce, e quando si spegne per l'Italia non si riaccende più
La Norvegia rientra in campo con un piano chiaro: attaccare. E l'Italia? Con il solito problema: non sa come reagire. Lo capisci già quando Sorloth manda due segnali d'allarme che fanno tremare Donnarumma più dei fischi del passato. Poi arriva il pareggio di Nusa, che fino a quel momento era praticamente in vacanza, e da lì la baracca crolla.

È bastato un doppio passo su Politano – niente di straordinario – per far saltare la diga. 1-1. E si sente nettamente lo smarrimento generale, quasi panico. La squadra si impaurisce, le parole di Gattuso lo confermano, ed è qui che la situazione diventa imbarazzante.

 
Haaland fa quello che vuole. Punto.
Poi entra il protagonista. Haaland non ha bisogno di 90 minuti: gli basta un quarto d'ora per ribaltare una partita, una difesa e mezza nazione. Due palloni toccati, due gol. Mancini gli è addosso? Non cambia nulla. Lo senti quasi ridere mentre segna: funziona così quando un fuoriclasse incontra una squadra fragile.

La festa norvegese la chiude pure Strand Larsen, giusto per evitare che qualcuno potesse parlare di risultato bugiardo. No, bugiardo non è. Lo specchio, purtroppo, riflette esattamente la realtà.

 
Gattuso si scusa, ma servono molto più delle scuse
Il nuovo Ct incassa la prima sconfitta e ammette tutto: paura, calo fisico, limiti mentali. I tifosi applaudono comunque, perché alla fine più di così non possono fare: è la Nazionale, la ami anche quando ti tradisce.

Ma il problema è un altro: ormai l'Italia vive di scuse. Che siano Mancini, Spalletti, Gattuso o chi verrà dopo, la musica è sempre la stessa. Buoni primi tempi, paura al primo imprevisto, crollo totale appena gli altri accelerano. Ed è preoccupante vedere che la Norvegia, squadra dignitosa ma non certo una superpotenza, riesce a ribaltarti con disarmante facilità.

 
Ora i play-off: la roulette russa del calcio
Il Mondiale, ancora una volta, dobbiamo cercarlo dietro una porta secondaria, sperando che qualcuno non ci sbatta contro la faccia. Giovedì sapremo il percorso. A marzo ci giocheremo tutto.

Ma diciamocelo: se la squadra entra in campo con la stessa fragilità mentale mostrata contro la Norvegia, i play-off rischiano di diventare un déjà vu che nessuno vuole vivere di nuovo.

E l'Italia non può continuare a vivere sperando nei miracoli: deve tornare a essere una squadra. Adesso non lo è.

 

ITALIA-NORVEGIA 1-4 (1-0 p.t)

ITALIA (3-5-2): Donnarumma; Di Lorenzo, Mancini, Bastoni (dal 40st Buongiorno); Politano, Barella (dal 40’st Ricci), Locatelli (dal 34’st Zaccagni), Frattesi (dal 23’st Cristante), Dimarco; Retegui, Esposito (dal 34’st Scamacca). A disp: Carnesecchi, Vicario, Gabbia, Bellanova, Cambiaso, Orsolini, Zaccagni, Raspadori, Scamacca. Ct: Gattuso.

NORVEGIA (4-4-2): Nyland; Ryerson, Ajer, Heggem, Moller Wolfe (dal 43’st Ostigard); Thorstvedt (dal 30’st Aasgaard), Berg (dal 20’st Thorsby), Berge, Nusa; Sorloth (dal 30’st Bobb), Haaland (dal 43’st Strand Larsen). A disp: Dyngeland, Tangvk, Schjelderup, Bjorkan, Pedersen, Arnstad, Langas. Ct: Solbakken.

Arbitro: Hernandez (Spagna); Assistenti: Naranjo e Sanchez Rojo (Spagna); Quarto ufficiale: Sanchez (Spagna); VAR: del Cerro Grande (Spagna); AVAR: Gomez (Spagna).

Marcatori: 11’pt Esposito (I), 18’st Nusa (N), 32’ e 33’ st Haaland (N), 48’st Strand Larsen (N).

Note: 69.020 spettatori per un incasso record di 1.931.364 euro. Ammoniti: Barella (I), Bastoni (I) ed Esposito (I).


RISULTATI E CLASSIFICA DEL GRUPPO I

Israele-Moldova 4-1
ITALIA-Norvegia 1-4

Classifica: **Norvegia 24 punti, *ITALIA 18, Israele 12, Estonia 4, Moldova 1.

**qualificata al Mondiale
*qualificata ai play-off



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