C'è un limite a tutto, anche alla propaganda. E in questa vicenda FdI e Galeazzo Bignami lo hanno superato con slancio, trasformando un retroscena fantasioso in un surreale caso istituzionale che ha finito soltanto per mettere in imbarazzo loro stessi.

Tutto parte dall'ennesima "rivelazione" pubblicata da La Verità (secondo Belpietro): un racconto infarcito di complotti, fonti misteriose e trame da romanzo di terz'ordine. Secondo Maurizio Belpietro, al Quirinale un manipolo di consiglieri starebbe addirittura lavorando per "sabotare la volontà popolare", costruendo una mega-lista civica centrista per affossare Meloni e il suo governo. A rendere il tutto ancora più grottesco, il virgolettato attribuito all'ex parlamentare Pd Garofani, che avrebbe auspicato un "provvidenziale scossone" per fermare il centrodestra.

Uno scenario talmente caricaturale che basterebbe leggerlo una volta per archiviarlo nella categoria politica fiction. E invece no: Bignami ha deciso di prenderlo sul serio.

Bignami apre le porte al ridicolo — e il Colle lo bacchetta
Non pago di aver abboccato al racconto, il capogruppo meloniano ha pensato bene di chiedere una "smentita", facendo intendere di rivolgersi addirittura al Quirinale. Un gesto improvvisato, maldestro, e soprattutto inutilmente aggressivo verso un'istituzione che dovrebbe essere trattata con un minimo di rispetto, anche da chi campa di slogan.

La replica del Colle è stata glaciale e definitiva: "Si sconfina nel ridicolo". Punto. Una frase che da sola basta a ricostruire la vicenda.

Ed eccolo, il grande stratega della maggioranza, costretto a ritrattare in fretta e furia davanti ai cronisti: "Figuriamoci se chiedo una smentita al Quirinale, mi riferivo solo al consigliere". Insomma, un clamoroso passo indietro mascherato da puntualizzazione. Una figura da dilettanti allo sbaraglio.

Il teatrino continua: FdI inciampa sulle proprie paranoie
Mentre Bignami si arrampica sugli specchi, Belpietro raddoppia e rivendica tutto, come se fosse lui il custode della verità istituzionale e non un direttore che campa di retroscena cucinati per alimentare la narrativa del "sistema contro Meloni".

Il risultato? Un pasticcio politico-mediatico dove l'unica cosa chiara è che FdI e il suo capogruppo hanno dato credito a una storia talmente esagerata da far perdere tempo al Quirinale — che infatti ha liquidato la questione come si liquida una scemenza.

E a questo punto la domanda vera è un'altra: com'è possibile che il partito di governo si lasci trascinare in polemiche infantili costruite su retroscena senza la minima verifica? Perché questo è il problema: non l'articolo in sé, ma la disponibilità della maggioranza a farne immediatamente un'arma politica, senza discernimento, senza prudenza, senza neppure una lettura critica.

Un governo che si sente sempre braccato — e reagisce in modo sgangherato
Giorgia Meloni non avrebbe neppure saputo dell'iniziativa di Bignami, che ha smentito qualsiasi coinvolgimento della "capa" dichiarando di "usare la propria testa". Considerata la performance, forse sarebbe il caso di usarla meglio.

Il tutto si riduce a una cosa: vittimismo compulsivo, agitazione permanente, bisogno costante di un nemico contro cui scagliarsi. Ma quando si punta il dito a caso, il rischio è uno solo: fare una figura barbinissima. E questa volta FdI ci è riuscita in pieno.

In fondo tutto ha una sua logica, come ha ben spiegato la 5 stelle Baldino alla Camera:

"Quindi, signori, se questo è l'ennesimo tentativo di vittimismo per coprire la vostra incapacità e farci credere che si stiano ordendo delle trame per evitare che il Governo di destra di Giorgia Meloni vada nuovamente al Governo, per coprire la vostra incapacità, sappiate che noi qui non ci caschiamo, perché non c'è bisogno di nessuno scossone che venga spinto da fattori esogeni.Perché proprio ieri la Commissione europea ci ha fatto sapere che il nostro Paese, il Paese guidato dalla temutissima e potentissima Giorgia Meloni, è il Paese che sta crescendo di meno, tra quelli che stanno crescendo di meno in Europa, penultimo, terzultimo, penultimo, ultimo nell'ordine di quest'anno, l'anno prossimo e tra due anni. Ecco il Paese che sta costruendo la temutissima e potentissima Giorgia Meloni, e ce lo dice, guardate un po', la Commissione europea, guidata dal Vicepresidente esecutivo rosso - come si chiama? - Fitto, notoriamente comunista.Ci dice che il Paese non sta crescendo. Quindi, se volete coprire di vittimismo la vostra incapacità, sappiate che qui non ci caschiamo, che non vi permetteremo di brandire ulteriori nemici, oltre a quelli che state brandendo, tra cui la prima carica dello Stato, il Presidente Mattarella, e che, se c'è qualcuno che vi manderà a casa, se continuate così, quelli saranno gli italiani".