Decine di migliaia di persone si sono riunite a Tel Aviv, sabato sera, in Piazza Rabin per commemorare il trentesimo anniversario dell'assassinio dell'ex primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. L'evento è tornato dopo cinque anni di interruzione dovuti alla guerra e ai lavori di ristrutturazione della piazza, costringendo gli organizzatori a estendere la manifestazione lungo tutta via Ibn Gabirol.
Alla commemorazione hanno preso parte figure di primo piano dell'opposizione israeliana: il leader Yair Lapid, l'ex capo di stato maggiore Gadi Eisenkot, il leader del partito "Democratici" Yair Golan. Sul palco sono intervenuti anche personalità pubbliche, artisti e l'ex prigioniero Gadi Moses.
L'evento si è aperto con la proiezione dell'ultimo discorso di Rabin, pronunciato proprio in quella piazza la notte in cui fu assassinato. Il programma si è concluso con l'esecuzione del celebre brano "Shir LaShalom" ("Canto per la pace"), la stessa canzone cantata poco prima della sua uccisione.
Lapid: "Rabin e il 7 ottobre, due fratture nella storia di Israele"
Nel suo intervento, Yair Lapid ha tracciato un parallelismo tra l'assassinio di Rabin nel 1995 e l'attacco del 7 ottobre 2023.
"In questo giorno, in questo luogo, si intrecciano due momenti di grande frattura per Israele: l'assassinio di Rabin e il 7 ottobre. Entrambi riportano l'ebraismo verso la violenza, l'odio fratricida, qualcosa che ci lacera ancora una volta", ha dichiarato.
Lapid ha attaccato duramente l'estrema destra religiosa e nazionalista, affermando che l'assassino di Rabin, Yigal Amir, e l'ideologia violenta e razzista promossa da figure come Itamar Ben Gvir, non rappresentano l'ebraismo. Ha poi denunciato chi invoca bombardamenti nucleari su Gaza o giustifica la violenza dei coloni, accusando alcuni membri dell'attuale governo di "stravolgere la religione e trasformarla in una politica di odio".
Parole che, se commentate da una buona parte degli ebrei italiani, farebbero etichettare Lapid come un pericoloso antisemita!
"Responsabilità collettiva contro l'odio"
Poco prima della manifestazione, gli organizzatori hanno diffuso un comunicato in cui avvertono di un clima di crescente tensione interna:
"A trent'anni dall'assassinio e a due anni dalla strage del 7 ottobre, l'incitamento e la divisione rialzano la testa. L'odio torna a essere un'arma nelle mani di politici senza scrupoli. La società israeliana è a un punto di rottura, e sta a tutti noi fermare il deterioramento".
Un trauma ancora aperto
Yitzhak Rabin fu assassinato il 4 novembre 1995 dal militante di estrema destra Yigal Amir, al termine di una manifestazione per la pace proprio in quella piazza. L'omicidio, avvenuto in risposta agli accordi di Oslo con i palestinesi, ha segnato una delle ferite più profonde nella storia moderna di Israele. A distanza di trent'anni, le divisioni che quell'evento aveva fatto emergere restano ancora irrisolte.


