Nel Regno Unito stanno entrando in vigore nuove regole sull’immigrazione, e queste stanno creando molta preoccupazione soprattutto tra gli infermieri stranieri che lavorano lì. Una grande parte del personale sanitario britannico non è nato nel Paese: circa un infermiere su quattro proviene dall’estero. Per questo motivo, qualunque cambiamento nelle norme sui permessi di soggiorno ha un impatto immediato sul sistema sanitario.

Secondo un sondaggio recente del Royal College of Nursing, fino a cinquantamila infermieri provenienti da altri Paesi potrebbero decidere di andarsene. Le nuove regole prevedono requisiti linguistici più rigidi, criteri professionali più stringenti e un cambiamento importante: per ottenere la residenza permanente non basteranno più cinque anni, ma ne serviranno dieci. Le norme riguardano anche i familiari dei lavoratori stranieri, cosa che influenza la vita personale oltre a quella professionale.

Il rischio di perdere così tanti infermieri non è solo una questione numerica. Il Regno Unito ha già difficoltà a coprire il fabbisogno di personale nelle strutture sanitarie, soprattutto nei reparti più sotto pressione come emergenza, geriatria e assistenza territoriale. Se migliaia di professionisti decidessero di lasciare il Paese, l'effetto potrebbe essere immediato: aumento dei carichi di lavoro, liste d’attesa più lunghe e maggiore difficoltà nel garantire continuità assistenziale.

Questa situazione mostra come la professione infermieristica sia ormai globale. Molti Paesi, compresa l’Italia, fanno affidamento sulla mobilità internazionale per compensare la carenza di personale. Allo stesso tempo, dimostra quanto sia delicato l’equilibrio tra politica migratoria e funzionamento dei sistemi sanitari: una scelta normativa può influenzare la qualità dell’assistenza più di quanto si pensi.

Per gli infermieri – studenti, professionisti o chi sta valutando esperienze all’estero – questa vicenda è un promemoria importante: spostarsi all'estero può offrire opportunità, ma significa anche dipendere dalle politiche dei governi. E per i sistemi sanitari, la domanda da porsi è semplice ma fondamentale: è possibile garantire cure adeguate senza creare condizioni che attraggano e mantengano chi lavora ogni giorno accanto ai pazienti?

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