La querela dell'UCEI contro Enzo Iacchetti è l'ennesimo segnale di un clima malato: chi denuncia la violenza e gli abusi commessi dal governo israeliano viene puntualmente trascinato nel tritacarne dell'accusa di antisemitismo.
Una strategia logora, ma che continua a funzionare come manganello mediatico.
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, guidata da Noemi Di Segni, sostiene che Iacchetti avrebbe "demonizzato Israele alimentando pregiudizi antisemiti". Una formula che, a forza di essere ripetuta, ha perso significato e serve ormai a un solo scopo: silenziare chi osa chiamare le cose col proprio nome.
Ed è difficile non notare l'ipocrisia. Parliamo della stessa UCEI che ha patrocinato quell'imbarazzante incontro al CNEL, dove figure istituzionali come Mario Sechi e la ministra Roccella si erano abbandonate a dichiarazioni talmente gravi da sembrare una normalizzazione del genocidio che il governo israeliano sta perpetrando contro il popolo palestinese. Parole che avrebbero meritato indignazione generale. Invece? Applausi. Silenzio. E adesso, pure la lezione morale a un comico che osa non allinearsi.
La querela arriva a un uomo che ha mostrato la schiena dritta in un ambiente — sia quello dell'informazione che quello dello spettacolo — dove quasi tutti tacciono per non rischiare contratti, visibilità e tranquillità economica. Iacchetti ha messo a repentaglio la propria carriera pur di continuare a denunciare ciò che a Gaza è evidente a chiunque voglia guardare: una popolazione schiacciata, bombardata, privata di diritti fondamentali.
La parola “genocidio” fa paura a chi non vuole assumerne la responsabilità morale, ma descrive ciò che migliaia di report indipendenti mostrano ogni giorno.
Il punto centrale è questo: oggi, in Italia, criticare le politiche del governo israeliano significa essere trattati come delinquenti. Non importa se citi fonti, se riporti fatti, se documenti abusi... se ricordi la storia!!! Il meccanismo è sempre lo stesso: trasformare una denuncia politica in un presunto odio etnico.
Un capovolgimento grottesco.
E intanto la realtà sul terreno non cambia: territori confiscati, case demolite, civili uccisi, intere generazioni che crescono senza un futuro. Episodi documentati da decenni, non “opinioni”.
Ma guai a ricordarlo: rischi una querela... dalla signora Di Segni che, pur essendo italiana, si affanna a nascondere i crimini di uno Stato estero... perché si è proclamato ebraico. Immaginate voi che cosa direbbero e farebbero i politici rappresentanti del (post) fascismo se a commettere gli stessi identici crimini di uno Stato che si definisce ebraico fosse uno Stato oche si definisce islamico!
Accusare qualcuno di "istigazione all'odio razziale" solo perché denuncia violenze documentate è un modo elegante per dire: state zitti, saperte che cosa vi potrà accadere.
E quando il tentativo di zittire colpisce chi non ha paura di perdere qualcosa pur di continuare a parlare, allora la solidarietà non è un'opzione, è un dovere civile.
Io sto con Enzo Iacchetti.
Ci stavo prima.
E oggi, vedendo l'ennesimo tentativo di punire chi rivendica la libertà di parola, ci sto ancora di più.
- Roccella, in un evento al CNEL organizzato dall'UCEI, attacca le "gite" ad Auschwitz: è bufera
- Mario Sechi sta dalla parte giusta della storia negando il genocidio avvenuto a Gaza
- Gaza, l'allarme dell'OMS: "Catastrofe sanitaria destinata a durare per generazioni"... Dedicato a Mario Sechi, all'UCEI e alla "comitiva" riunitasi al CNEL


