Mentre una parte sempre più ampia dell'edilizia scolastica cade letteralmente a pezzi, il governo Meloni continua a spingere sull'acceleratore in una direzione ormai dichiarata: più soldi alle scuole private, meno investimenti per il pubblico. Non è un'impressione, ma una linea politica coerente, portata avanti senza il minimo imbarazzo. Nel 2024 le paritarie hanno già incassato uno stanziamento record da 750 milioni di euro; ora si torna alla carica con nuovi contributi travestiti da “aiuti alle famiglie”.
Un voucher che sa di regalo
Tra gli emendamenti alla legge di bilancio spunta un nuovo voucher: fino a 1.500 euro per studenti di scuole medie e superiori paritarie appartenenti a famiglie con ISEE sotto i 30 mila euro. Il contributo potrebbe arrivare a 5.000 euro sommando i fondi regionali. In pratica, soldi pubblici che alimentano un sistema privato.
Non è un'idea improvvisata: a novembre 2024 il ministro Valditara aveva già tentato la stessa operazione, con un tetto ISEE più alto (40 mila euro) e un voucher analogo. La misura, allora, fu convogliata nelle “Doti scuola” regionali. Oggi, con questo emendamento, diventerebbe un sostegno statale stabile. Nel frattempo, la destra più clericale – rappresentata da Maurizio Lupi – spingeva per aumentare di 100 milioni i contributi alle paritarie per evitare la loro “progressiva chiusura”.
Caaf sotto pressione, nessun aumento di fondi
Come fa notare Monica Iviglia, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil (fonte Collettiva.it), cresce il numero di prestazioni che i cittadini possono ottenere solo tramite ISEE, ma non aumentano le risorse per i Caaf che quelle certificazioni devono produrle. Risultato: a metà anno i fondi si esauriscono e i centri rischiano di lavorare gratis. Anche questa è una forma di disinvestimento sul pubblico, solo meno appariscente.
Edilizia scolastica: un quadro impietoso
Basta guardare i dati per capire che il problema vero, oggi, non sono le scuole private in difficoltà ma le pubbliche che cadono a pezzi. Il report “Ecosistema Scuola 2025” di Legambiente – basato sui dati 2024 di 97 comuni capoluogo – fotografa 7.063 edifici scolastici. Il quadro è tutto fuorché rassicurante:
- solo il 47% degli edifici ha il certificato di agibilità;
- appena il 45% possiede il collaudo statico;
- meno del 15% delle scuole in zona sismica è progettato o adeguato secondo le norme antisismiche;
- il 54,8% non ha mai ricevuto una verifica di vulnerabilità sismica;
- solo il 31,2% ha avuto indagini sui solai negli ultimi cinque anni, pur essendo proprio il crollo dei solai la causa principale degli incidenti nelle scuole.
In varie regioni le percentuali precipitano sotto il 25%. In parole povere: mentre i tetti rischiano di crollare sulle teste di studenti e insegnanti, la priorità politica del governo rimane finanziare il privato.
Ventidue milioni in più per i voucher, e il resto può aspettare
Il nuovo voucher costerebbe circa 20 milioni di euro. Una cifra modesta se paragonata ai 750 milioni messi sul piatto nel 2024, ma simbolicamente chiarissima: si continua a sottrarre al pubblico per sostenere il privato. E questo mentre la scuola statale ha bisogno urgente di investimenti su personale, strutture, sicurezza e manutenzione.
Riuscirà il governo a replicare nel 2025 il record dello scorso anno? È presto per dirlo. Ma i segnali sono inequivocabili: anche quest'anno la direzione è la stessa. Nonostante crolli, crepe, infiltrazioni e classi sovraffollate, la priorità rimane una soltanto: finanziare chi opera fuori dal sistema pubblico.


