Ma con che faccia, Antonio Tajani? Con quale spavalderia il ministro degli Esteri si permette di delegittimare pubblicamente la magistratura, arrivando persino a ridicolizzarne le funzioni? Le sue dichiarazioni agli Stati generali del Mezzogiorno non sono solo inopportune: sono pericolose. Offendono la Costituzione, lo Stato di diritto e chi ogni giorno, in silenzio, applica la legge per garantire che questo Paese non scivoli nel caos arbitrario del potere politico assoluto.
Tajani ha detto — con un tono da bar dello sport, congeniale ai rappresentanti di questo governo — che se i giudici decidono tutto, "allora chiudiamo i ministeri". Ma stiamo scherzando? Questo è il livello del dibattito istituzionale in Italia nel 2025? Un ministro che invece di difendere il rispetto dei poteri, se la prende con i giudici perché non si piegano ai diktat politici?
Secondo Tajani, non spetta a un magistrato stabilire se un Paese è sicuro per rimpatriare un immigrato irregolare. Ma lo sa Tajani cos'è uno Stato di diritto? Sa che il giudice è chiamato proprio a questo: a verificare, alla luce dei fatti e del diritto, se una persona corre rischi in caso di rimpatrio? Questo non è attivismo giudiziario, è la base della civiltà giuridica europea, sancita dalla Corte di Giustizia UE, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, e dalla nostra Costituzione.
E no, caro Tajani, non basta che un funzionario o un ambasciatore dichiari un Paese "sicuro". Perché gli stessi ministeri, spesso, chiudono un occhio su torture, abusi, sparizioni. E i giudici, per fortuna, non devono fare altrettanto. È la loro funzione: difendere i diritti fondamentali anche contro le decisioni miopi o disumane dei governi.
Grave, poi, è l’arroganza con cui Tajani si scaglia contro la presunta "ignoranza" dei magistrati, accusandoli di non conoscere la realtà dei Paesi di rimpatrio. Ma chi dovrebbe giudicare? I politici? I ministri interessati solo a fare propaganda? Gli ambasciatori nominati per meriti di partito?
E infine, l'apice del ridicolo: Tajani cita Montesquieu, invocando la separazione dei poteri. Ma ne capisce il senso? Montesquieu non voleva che il potere giudiziario obbedisse al governo. Al contrario: voleva che ogni potere limitasse gli eccessi dell’altro. E oggi, in Italia, l'unico argine a certe scelte ciniche e disumane lo pongono proprio i giudici.
C'è un Paese che Tajani ritiene "sicuro"? Sì: quello dove i magistrati stanno zitti e i ministri comandano senza contrappesi. Ma quel Paese non è l'Italia... almeno per il momento.


