"In un Paese normale, scrivere che l’Antifascismo è bello il 25 Aprile dovrebbe essere come scrivere Buon Natale il 25 dicembre. Purtroppo però l’Italia non è un Paese normale e oggi festeggiare la Liberazione dal nazifascismo porta a essere identificati dalla polizia e a subire pesanti intimidazioni, come è accaduto alla fornaia di Ascoli Lorenza Roiati, a cui va la nostra solidarietà. Questo è però il clima che si respira nel Paese, ed è un antipasto di quello che accadrà da ora in poi quotidianamente con il Dl Sicurezza. I liberi cittadini di una Repubblica nata dall’antifascismo sono un po’ meno liberi e la Repubblica è un po’ meno antifascista". (Riccardo Magi, + Europa)

Che cosa è accaduto il 25 aprile ad Ascoli Piceno? Che una fornaia, Lorenza Roiati, nel giorno della Liberazione ha affisso davanti al suo locale un lenzuolo con su scritto "25 APRILE, BUONO COME IL PANE BELLO COME L'ANTIFASCISMO".

Pensa te! A seguito di ciò le arrivano in negozio una pattuglia della polizia locale e poi una della polizia di Stato per identificarla! È uno scherzo? No è la realtà in un Paese dove governa una maggioranza che qualcuno si ostina a chiamare conservatrice invece di fascista.

È finita qua? Macché!

I fascisti locali, hanno pensato bene di affiggere un paio di striscioni in replica, su uno dei quali era scritto "DA QUEL FORNO UN TALE FETORE, CHE DIVENTA SIMPATICO ANCHE IL QUESTORE".

Come se non bastasse, il sindaco di destra di Ascoli, Marco Fioravanti, ha pensato bene di intervenire sulla vicenda dichiarando che "i poliziotti sono le vere vittime": 

Curioso, però, è come il sindaco possa dire che le forze dell'ordine abbiano agito correttamente se poi hanno deciso di prendere le generalità della proprietaria del panificio. Ma, d'altra parte, rigirare la frittata per questa gente è normale... visto che pretende di non esser definita fascista, ma che poi non è in grado di dirsi antifascista!

Solidarietà, invece, dalla segretaria dem, Elly Schlein: "A Lorenza Roiati, la panettiera di Ascoli Piceno che il 25 aprile ha appeso al suo forno il lenzuolo antifascista, tutta la mia personale solidarietà e quella del Partito Democratico. Quegli striscioni intimidatori e fascisti non sono solo un insulto a lei, ma a tutte e tutti coloro che si riconoscono nei principi antifascisti della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza. Con la stessa meticolosità con cui nella giornata del 25 aprile sono state chieste le generalità di Lorenza per ben due volte, auspico che si accertino i responsabili di questi insulti fascisti inaccettabili".

Possiamo chiuderla qui? Non prima di aver ricordato che il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi oggi ha mandato a Dongo un mini esercito di poliziotti per consentire a dei fascisti di celebrare un criminale loro pari, Benito Mussolini!

Riassumendo, nell'Italia di Meloni, se - ad esempio - manifesti per protestare contro il genocidio del popolo palestinese o per promuovere politiche a contrasto del cambiamento climatico, rischi di venir manganellato e arrestato. E con il decreto sicurezza rischi anche il carcere. Invece, se commetti un reato inneggiando al fascismo, allora la polizia ti protegge... come a Dongo!

E tutto questo dovremmo considerarlo normale e non una VERGOGNA DI STATO?