Il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, ritenendo la scelta conveniente dal punto di vista elettorale, ha deciso che il ponte sullo Stretto di Messina - opera da lui ritenuta inutile e pericolosa quando era all'opposizione - è diventata adesso un'opera fondamentale... per la qualunque, anche per scopi di difesa, visto che viene spacciata come necessaria per dislocare gli armamenti  in Sicilia!

Siamo al ridicolo... ma il ridicolo, in funzione dell'appartenenza ideologica, passa in secondo piano. Così l'elettore fascista, post o neo che sia, si proclama entusiasta per un'opera che non può che essere etichettata come un inutile spreco di soldi.

La cosa tragica, è che non bisogna neppure essere esperti per comprenderlo.

Dal punto di vista tecnico un ponte a campata unica di quasi 4 km è un azzardo in sé. Lo è ancora di più perché su quel ponte, in entrambi i sensi di marcia, passeranno treni, tir, autobus, macchine e pedoni... qualsiasi tipo di traffico. 

Il peso causato finirà per essere uno stress a cui si aggiungerà quello del vento, sia in quota che a livello di percorrenza, tanto che è certo fin d'ora che per alcune settimane il ponte non sarà accessibile.

Sempre dal punto di vista tecnico, il ponte che si vuol costruire è una specie di ponte Morandi al cubo. Nonostante quanto accaduto a Genova, si vuol fare una struttura retta da dei tiranti sottoposti ad uno stress mai testato in precedenza e all'usura causata dalla salsedine. Nel caso il ponte - una volta costruito - stia in piedi, i costi di gestione/mantenimento saranno come minimo mostruosi.

Per ultimo, il terremoto. I due piloni saranno costruiti - senza il placet ufficiale dell'INGV! - nei due punti dove sono stati registrati i due terremoti più disastrosi che la storia d'Italia ricordi: quello di Messina a inizio '900 e quelli in Calabria del 1783.

Già queste semplici riflessioni dovrebbero sconsigliare la realizzazione dell'opera. Non sono ritenute sufficienti? Allora aggiungiamoci anche delle riflessioni "economiche".

Dopo aver fatto slittare la realizzazione dell'opera dal 2024 al 2025... ma ormai se ne riparlerà nel 2026, la sua costruzione è stimata in 7-8 anni. Pertanto, in base a come vanno le cose in Italia, tale previsione va moltiplicata X2... quindi si prevede un allungamento pari a 10-15 anni, a meno che non sorgano difficoltà tecniche - non da escludersi - in corso d'opera.

Secondo il ministro Salvini, il ritorno economico portato dal ponte sarebbe quantificabile in 100.000 nuovi posti di lavoro (diretti e indiretti, inclusi quelli temporanei), un aumento del PIL locale fino al +3% in 20 anni, un aumento del turismo e del traffico commerciale.

Secondo le stime di Corte dei Conti, Università, osservatori indipendenti (es. CRESME, Nomisma), il ritorno economico sarebbe invece limitato e incerto, a causa del basso traffico previsto. I pedaggi sarebbero insufficienti a coprire i costi, con lo Stato che si troverà a dover coprire il deficit operativo per decenni.

Tra l'altro, le regioni collegate sono tra le meno industrializzate d’Europa: mancano merci, servizi, flussi commerciali forti, con i turisti europei che non verrebbero certo invogliati dal ponte per recarsi in Sicilia, quanto piuttosto da voli, aeroporti e servizi ad essi collegati.

In questo scenario - reale - il ponte sullo Stretto, anche con stime ottimistiche, potrebbe non ripagarsi mai del tutto (o in oltre 100 anni), a meno di una rivoluzione totale dell'economia meridionale.

A rendere ancora più assurdo il tutto è un altro ponte già in uso da almeno un quarto di secolo: è il ponte di Øresund che collega Copenaghen e Malmö

Lungo quasi 8 chilometri (la parte via mare), insieme ad un'isola artificiale e ad un tunnel sottomarino di 3,5 Km, il ponte di Øresund è costato 4 miliardi di dollari e grazie al traffico intenso tra due città economicamente gi8à molto sviluppate il suo costo sarà completamente ripagato, tramite i pedaggi, non oltre il 2040.

Quindi i fanatici del "progresso pontiero", a questo punto, dovrebbero iniziare a chiedersi e soprattutto chiedere a Salvini, visto che il ponte sullo Stretto è così necessario, perché diavolo non copi il progetto di quello di Øresund che (tra lunghezza e inflazione) costerebbe non più di 1/4 di quello progettato a campata unica, sarebbe sicuro, avrebbe un impatto a terra molto più sostenibile (eviterebbe gran parte degli espropri) e consentirebbe di risparmiare oltre 10 miliardi che potrebbero essere  utilizzati per opere infrastrutturali in Sicilia. 

Perché i fanatici pro ponte non guardano la realtà e non iniziano a chiedere spiegazioni in tal senso al fanatico Matteo Salvini?



Immagine:  Matteo Salvini che ha scoperto l'esistenza del ponte di Øresund