L’ansia di presentare un’Italia allo sbando e bacchettata dall’Ue costa una pubblica smentita a Repubblica. La commissaria europea al Lavoro, la social democratica rumena Roxana Minzatu, si è trovata a dover correggere il titolo di un’intervista rilasciata alla testata che recitava «Italia debole, c’è molto da fare per aumentare i salari», travisando il senso delle sue parole. «Nel 2024 abbiamo visto che i salari reali dell’Italia stanno mostrando una ripresa dopo anni di declino. Si prevede che i salari nominali aumenteranno di circa il 2,7% nel 2024, quindi i numeri sono davvero incoraggianti », ha spiegato infatti Minzatu, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles sulla presentazione della nuova strategia sulla creazione di posti di lavoro di qualità in Ue.

«Purtroppo il titolo non riflette affatto quello che ho detto. Chiunque legga il testo dell’intervista, sarà d’accordo con me», ha aggiunto la commissaria e vicepresidente esecutiva Ue, spiegando di aver evidenziato «evoluzioni positive sulle dinamiche occupazionali degli ultimi due anni. Ho menzionato che in Italia l’aumento è del 67,1%. Ho menzionato che abbiamo anche un tasso di disoccupazione in calo», mentre per quanto riguarda il recupero dei salari reali rispetto al costo della vita si tratta, ha precisato, di una «preoccupazione che affrontiamo con diversi Stati membri».

La commissaria ha anche chiarito che «lavoro molto da vicino con le autorità italiane», come anche con gli altri Paesi Ue, in modo da «usare i fondi Ue, utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo, legislativi o non legislativi, ma anche il dialogo, affinché siamo in grado di fornire una migliore ripresa dei salari reali in tutta la nostra Unione». «Sono molto soddisfatta – ha poi rivendicato – della mia collaborazione con il governo italiano».

Nonostante i salari in Italia siano cresciuti della metà rispetto alla media europea, Minzatu non sembra affatto preoccupata: "Nel 2024, l'Italia vedrà finalmente una ripresa dei salari reali dopo anni di stagnazione. Inoltre, si prevede che i salari nominali cresceranno di circa il 2,7% nel 2024. Questi dati sono molto incoraggianti".

Il riconoscimento da parte della Commissione Ue è stato accolto con soddisfazione anche dalla delegazione europea di FdI. «Purtroppo scontiamo decenni di decrescita degli stipendi italiani rispetto all’inflazione, ma finalmente la tendenza si è invertita e in maniera sempre più vigorosa. Grazie anche all’attenzione che il governo sta riservando alle retribuzioni, attraverso soprattutto efficaci misure di sgravio fiscale», ha commentato l’eurodeputato e co-presidente di Ecr, Nicola Procaccini.

Giovanni Crosetto, membro della Commissione per i problemi economici e monetari di Strasburgo, ha sottolineato che la crescita dei salari reali «è una prova concreta della capacità del Paese di rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e di creare le condizioni per rimettere l’Italia su un percorso di crescita virtuoso».