Mentre il mondo discute, firma dichiarazioni e cerca soluzioni alla crisi climatica durante la COP30 in Brasile, l'Italia si distingue per la sua inerzia, la sua incapacità di affrontare una emergenza che sta già devastando il Paese. Non è più il tempo delle parole, delle promesse vaghe o dei titoli pomposi: le alluvioni che nelle ultime ore hanno colpito Toscana, Liguria, Veneto e Friuli-Venezia Giulia stanno portando con sé lutti, feriti, danni economici e paura. Eppure il governo continua a fare orecchie da mercante.

Due persone disperse in Friuli per una frana, abitazioni e attività commerciali allagate, come il ristorante stellato di Antonia Klugmann a Brazzano di Cormons: questi eventi dovrebbero scuotere le coscienze di chi ci governa. Invece, il nostro esecutivo si concentra su progetti faraonici e inutili, come il Ponte sullo Stretto di Messina, mentre ignora completamente la sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio. Il dissesto idrogeologico? I fondi previsti nella legge di bilancio vengono tagliati senza alcun criterio, confermando che il governo considera l'adattamento al cambiamento climatico un optional, non una priorità.

Ma non è solo una questione di soldi: è una questione di cultura politica. L'Italia non ha firmato nemmeno la Dichiarazione sull'integrità dell'informazione climatica siglata alla COP30, ignorando il richiamo dell'ONU a sostenere scienziati e cittadini con dati certi e strategie chiare. Un Paese che si dichiara moderno ma che rifiuta la scienza non ha futuro.

Eppure le soluzioni esistono: le energie rinnovabili sono disponibili, le tecnologie per ridurre emissioni di CO2 e metano ci sono. Invece, tra ritardi, burocrazia e volontà politica di minimizzare il problema, l'Italia preferisce rimanere ferma, attendendo che calamità sempre più frequenti e devastanti insegnino, a caro prezzo, ciò che avrebbe potuto prevenire.

Il falso pragmatismo di questo governo è in realtà una colossale irresponsabilità. Ignorare il cambiamento climatico non è saggezza: è suicidio politico, sociale ed economico. Se non si interviene immediatamente, con decisione e con investimenti seri nella mitigazione e nell'adattamento, l'Italia continuerà a pagare un prezzo altissimo: vite umane, danni materiali e perdita di competitività globale. Ogni giorno di indecisione costa caro.

Il messaggio è chiaro: mentre una parte di mondo prova a correre ai ripari, l'Italia resta ferma a guardare. E chi paga il conto sono sempre i cittadini, gli italiani che Meloni pretende di aiutare e difendere!!!