Queste due immagini sono un insulto alla memoria, all'intelligenza collettiva e alla decenza politica. Ed è ancora più grave il fatto che ne sia coinvolta l'immagine della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
È semplicemente vergognoso che una figura istituzionale come la premier promuova una propaganda così becera, che strumentalizza i cadaveri di Falcone e Borsellino per fare marketing politico. Quei due uomini sono morti per difendere lo Stato, non per essere usati da un partito che cerca di spacciare spot pubblicitari per “lotta alla mafia”.
Ancora più indecente è l'attacco a Gomorra, un'opera che ha avuto il coraggio di mostrare al mondo l'orrore quotidiano della camorra, che ha dato voce e volto a un problema reale e profondo. Condannare Gomorra come “esempio da evitare”, per attaccare chi ne è autore cioè Roberto Saviano, è da ignoranti, da persone in malafede. È tipico di chi non distingue tra denuncia e apologia, tra cultura e criminalità.
Meloni non combatte la mafia con i post patinati e gli slogan da bar.
La mafia si combatte con i fatti, con politiche serie, con investimenti nella scuola, nel lavoro, nella cultura — tutto ciò che Gomorra mostra come assente nei territori mafiosi.
Se davvero Giorgia Meloni vuole onorare Falcone e Borsellino, cominci col rispettare la loro memoria: li lasci fuori dai suoi manifesti elettorali. E magari, si faccia un esame di coscienza su cosa significa davvero combattere la mafia — perché questo schifo propagandistico è l'esatto opposto... senza dimenticare il coinvolgimento di suoi iscritti in inchieste sulla criminalità organizzata!
Queste due immagini sono una strumentalizzazione della memoria, un attacco alla cultura e non certo alla criminalità, la messinscena di una retorica tossica e auto-celebrativa.
In breve, queste immagini non sono solo di cattivo gusto, ma anche un insulto all'intelligenza e alla memoria civile.


