Nei giorni successivi al soccorso del 21 agosto e allo sbarco dei superstiti a Trapani, Mediterranea ha avviato approfondite indagini per comprendere quanto accaduto e identificare i responsabili di aver gettato in mare dieci naufraghi davanti alla nave dell'ong.

Le ricerche, basate su materiale fotografico e informazioni raccolte a bordo, hanno messo in luce un fenomeno inquietante che negli ultimi mesi si sta ripetendo con crescente frequenza. In almeno tre episodi avvenuti nel corso di agosto, trafficanti senza scrupoli hanno adottato la cosiddetta tecnica del “jettison”, cioè abbandonare persone in acqua in prossimità di navi di soccorso. Una pratica estremamente pericolosa che aumenta drasticamente il rischio di morti in mare.

La notte tra il 20 e il 21 agosto 2025, tra le 2:20 e le 3:20, un'imbarcazione militare ha lanciato i naufraghi in mare a circa 30 miglia nautiche al largo di Tripoli, nelle stesse acque in cui Mediterranea aveva operato pochi giorni prima per attività di monitoraggio, ricerca e soccorso.

L'analisi delle immagini consente di identificare alcuni dei militari a bordo: uno di loro, armato di fucile, indossava un passamontagna, mentre un altro, su un gommone poco distante, portava una patch distintiva sulla spalla sinistra.

Confrontando le immagini con video reperiti sui social, la patch è stata ricondotta all'80° Battaglione per le Operazioni Speciali della 111a Brigata dell'Esercito libico, comandata da Abdul Salam Al-Zoubi, Sottosegretario/Viceministro della Difesa del Governo di unità nazionale (GNU) di Tripoli, nominato nel luglio 2024.

Nei video pubblicati dalla stessa brigata si documenta l'azione contro migranti provenienti da Egitto, Sudan e Bangladesh, descritta come “duro attacco nel profondo… per il Mar Mediterraneo”, sottolineando che l'esercito libico non abbandona la propria missione.

Quanto accaduto è particolarmente sconcertante: i responsabili appartengono a un reparto ufficiale del governo libico e hanno esposto persone migranti al rischio di annegamento, costringendo Mediterranea a soccorrerle d'urgenza e a trasferirle in un porto sicuro in Europa.

I riscontri fotografici e video confermano il coinvolgimento diretto dell'80° Battaglione Operazioni Speciali della 111a Brigata, guidato da Abdul Salam Al-Zoubi, nel traffico di esseri umani, con modalità violente e reiterate.

Ciò che emerge con ulteriore gravità è che Al-Zoubi è interlocutore privilegiato del Governo italiano, recentemente ricevuto con tutti gli onori dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, pochi giorni dopo gli eventi in cui i suoi militari hanno minacciato Mediterranea e messo in pericolo i migranti. Secondo osservatori autorevoli, Al-Zoubi rappresenta uno dei principali “cavalli” su cui l'Italia punta per la gestione dei flussi migratori, nonostante il coinvolgimento diretto delle sue truppe in pratiche violente contro persone migranti e operatori del soccorso civile.


La denuncia di Mediterranea, fa da contorno agli ultimi sviluppi sul caso Almasri con la Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio che ha approvato l'istanza dei (post) fascisti al governo di chiedere al Tribunale dei ministri e alla Procura chiarimenti sulla capo di gabinetto del ministero della giustizia Giusi Bartolozzi, indagata insieme a ministri e sottosegretari che eviteranno di finire a giudizio tutelati dal voto di maggioranza... ma non lei che non è eletta in Parlamento.

Le opposizioni non hanno partecipato al voto per sottolineare la contrarietà a questa procedura. L'istanza sarà inviata al presidente della camera Lorenzo Fontana, al quale spetta dare seguito alla richiesta.

Questo il commento  della capogruppo Pd in Giunta per le Autorizzazioni alla Camera, Antonella Forattini:

"La maggioranza mostra un'ostinazione incomprensibile e pericolosa nel voler insabbiare e bloccare tutto, impedendo alla giustizia di fare il proprio corso. Un atteggiamento che non ha altre giustificazioni, se non quello di coprire responsabilità politiche sempre più evidenti. Per queste ragioni il Pd non ha partecipato al voto per stigmatizzare questa gravissimo strappo che dimostra un governo sotto ricatto.Non solo  il governo ha gestito il caso in maniera irresponsabile e opaca, violando leggi e trattati internazionali e arrivando a liberare un criminale responsabile di omicidi e torture ma ora tenta persino di proteggere soggetti evidentemente in grado di esercitare pressioni sull'esecutivo. Con il voto di oggi il governo dimostra tutta la sua debolezza e ricattabilità: da un lato nei confronti della milizia libica, a cui ha dovuto cedere, dall'altro sul fronte interno verso i propri funzionari, che potrebbero avere in mano documenti capaci di smontare l'intera ricostruzione altalenante e omissiva fornita finora. E non è un caso che tutto questo avvenga nello stesso giorno in cui la Camera approva la riforma sulla separazione delle carriere, che nei fatti mira a subordinare la magistratura al potere politico, stabilendo quali reati perseguire e quali no. Proprio come stanno tentando di fare oggi in Giunta. Siamo di fronte a un attacco frontale ai principi basilari della Repubblica e della nostra democrazia". 

Sulla stessa linea anche i parlamentari del M5S nella Giunta delle Autorizzazioni della Camera Daniela Torto, Enrica Alifano e Carla Giuliano:

"Noi del M5S nella Giunta delle Autorizzazioni non abbiamo partecipato alla votazione-farsa sulla richiesta di approfondimento della posizione di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro Nordio. Questo voto non doveva neppure essere fatto, è un tema di cui ad oggi questo organo non è interessato. La Giunta è chiamata a decidere su tre ministri. Nessuna valutazione estranea e non è in connessione con la vicenda degli esponenti di governo di nostra competenza. La maggioranza sta cercando di estendere la solita scappatoia addirittura a chi non è nè ministro, né parlamentare. È il solito abuso che umilia le istituzioni, ormai marchio di fabbrica del centrodestra. Il teatro dell'assurdo".