La Russia ha intensificato i raid durante i negoziati USA-Ucraina
Nella notte tra sabato e domenica la Russia ha ripreso gli attacchi aerei contro l'Ucraina, nonostante l'intensificarsi dei colloqui diplomatici con gli Stati Uniti e il team negoziale dell'ex presidente Donald Trump. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito “molto costruttivo” il confronto con gli emissari americani, al termine dei tre giorni di incontri in Florida.
Kremenchuk sotto attacco
All'alba di domenica il sindaco di Kremenchuk, Vitaliy Maletsk, ha riferito che la città è stata colpita ripetutamente in un “massiccio attacco combinato”. Non risultano vittime confermate, ma l'impatto sulle infrastrutture è pesante: alcune aree sono rimaste senza acqua, elettricità e riscaldamento.
Kremenchuk, snodo industriale al centro del Paese e già bersaglio frequente dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022, si trova a metà strada tra Kiev e la linea del fronte orientale.
Parallelamente, Mosca ha annunciato l'abbattimento di 77 droni ucraini in diverse regioni, segnalando un'escalation di attività militari su più fronti.
Diplomazia in stallo
Mentre i bombardamenti proseguono, Washington spinge per un piano multilaterale di pace. Le trattative a Miami hanno riguardato la bozza di un accordo che entrambe le parti dovrebbero accettare, compreso un meccanismo per garantire che Mosca rispetti gli impegni di cessazione delle ostilità.
Zelensky ha ribadito la disponibilità di Kiev a collaborare con gli Stati Uniti per “raggiungere genuinamente la pace” e chiudere la ferita dell'invasione. Ha inoltre chiarito che i colloqui hanno toccato punti cruciali per impedire un'eventuale nuova offensiva russa.
Tuttavia, dal fronte occidentale emerge un quadro tutt'altro che uniforme. L'Europa, in particolare, ha contestato alcune versioni preliminari del piano statunitense e sta lavorando a garanzie di sicurezza più ampie per l'Ucraina post-bellica, compresa l'ipotesi di una forza internazionale di mantenimento della pace.
Pressioni europee e tensioni con Mosca
Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso “piena solidarietà” a Kiev dopo gli ultimi raid, spingendo per misure immediate di de-escalation e per un cessate il fuoco. Lunedì è previsto un incontro a Londra tra Macron, Zelensky, il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz.
Starmer è tra i principali promotori della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”: un blocco di alleati pronti a garantire supporto militare a Kiev anche in caso di cessate il fuoco, per scoraggiare una nuova invasione. Putin ha respinto nettamente l'idea, definendo qualsiasi presenza armata straniera sul territorio ucraino un bersaglio legittimo.
Nessuna svolta
Nonostante l'impegno dichiarato, l'intesa resta distante. Dopo i colloqui al Cremlino, l'inviato di Trump Steve Witkoff non ha riportato progressi significativi. In una dichiarazione congiunta, Witkoff e il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov hanno annunciato di aver delineato un possibile quadro di sicurezza e discusso le capacità di deterrenza necessarie per una pace duratura, ma nulla che assomigli a un accordo definitivo.
Nel frattempo, gli attacchi continuano. Le bombe parlano più forte dei tavoli negoziali e il messaggio è fin troppo chiaro: la guerra non è vicina a spegnersi e chi punta sul compromesso diplomatico dovrà capire come farlo reggere sotto il fuoco incrociato.
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