Dichiarazione di Nello Musumeci - ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, oltre che ex presidente all'ARS - alla manifestazione di Fratelli d'Italia, a Palermo, di domenica 16 novembre:
 
"Lo sanno tutti ma nessuno lo dice: la Regione Siciliana è stata costruita e si regge sul sistema clientelare e sul consociativismo parlamentare. Un esempio lampante? L'abuso del voto segreto. O si accetta questa logica - e diventi complice - o ti metti di traverso - e diventi un problema - e ti isolano". 

Da Alleanza Verdi Sinistra, il deputato Angelo Bonelli ricorda questo al ministro Musumeci: 

"Al ministro Musumeci, che sostiene che la regione Sicilia è fondata sulle clientele, rivolgo una domanda semplice: quando è stato presidente della Regione Sicilia, cosa ha fatto per contrastarlo? Perché nulla lascia pensare che lo abbia mai davvero combattuto. E oggi, da ministro della Protezione Civile del governo Meloni, continua a evocare quel sistema senza assumersi alcuna responsabilità. Anche la presidente Meloni tace su questo punto fondamentale.Musumeci tollera quel sistema perfino dentro il suo partito, che in Sicilia è travolto da uno scandalo gravissimo: l’indagine della procura di Palermo che coinvolge il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessora al Turismo, Elvira Amata. Entrambi accusati di corruzione nella gestione di fondi regionali; per Galvagno si aggiunge anche l’accusa di peculato per l’uso dell’auto blu.Quel sistema clientelare – che in Sicilia è storicamente alla base del sistema politico mafioso e ha contribuito a demolire lo Stato di diritto – è lo stesso nel quale il centrodestra prospera, costruendo consenso attraverso clientele che trasformano i diritti in favori e svendono la pubblica amministrazione agli interessi della criminalità organizzata.Musumeci deve dimettersi: le sue parole e il suo comportamento, da presidente della Regione prima e da ministro oggi, dimostrano una complicità evidente con quel sistema clientelare che invece andrebbe abbattuto, non evocato e mai contrastato e nemmeno conviverci come diceva Lunardi ministro del Governo Berlusconi".

È grottesco. Parlare di "sistema clientelare" come se fosse un meteorite caduto ieri, quando Musumeci ci ha nuotato dentro per anni, è un esercizio di ipocrisia imbarazzante. Se davvero quel meccanismo è così radicato, la domanda è brutale ma inevitabile: dov’era il suo coraggio quando governava? Perché non ha toccato nulla, non ha smantellato niente, non ha aperto un fronte sul tema?

È facile indignarsi quando non si ha più il volante in mano. Molto meno facile è assumersi la responsabilità per ciò che non si è fatto mentre si aveva il potere per farlo.

E il silenzio di Meloni è la conferma più eloquente: se un suo ministro ammette che un intero sistema regionale governato dalla destra, si regge sulle clientele e il governo non dice una parola, significa che quel sistema agli occhi loro va benissimo così com’è.

Il quadro è desolante: scandali, indagini, accuse pesanti dentro lo stesso partito che adesso finge di voler fare la morale. È un teatrino stanco dove tutti puntano il dito, nessuno guarda lo specchio e la Sicilia rimane ostaggio di una classe politica che campa di indignazione a intermittenza.

Il risultato? Sempre lo stesso: tanti proclami, zero pulizia. E chi parla oggi, ieri ha fatto esattamente ciò che adesso denuncia. Una farsa.