Almeno 98 palestinesi sono morti nelle carceri e nei centri di detenzione militari israeliani dal 7 ottobre 2023. Le cause ricorrenti — torture, mancanza di cure mediche, denutrizione e violenze sistematiche — delineano un quadro che va oltre gli “incidenti individuali”: è un sistema che, durante la guerra, ha normalizzato l'abuso.
La metà erano civili: i dati che smentiscono la narrativa ufficiale
Tra i detenuti provenienti da Gaza — la maggioranza — meno di un terzo era classificato dallo stesso esercito israeliano come combattente.
Significa che decine di civili gazawi sono morti sotto custodia israeliana, in strutture dove lo Stato ha piena responsabilità per la loro incolumità.
Physicians for Human Rights–Israel (PHRI) ha ottenuto informazioni inedite dall'esercito e dall'Israel Prison Service (IPS), rendendo pubbliche cifre che potrebbero rappresentare solo una parte del totale, dato che centinaia di detenuti restano tuttora non localizzati.
L'incrocio di questi dati con un database d'intelligence militare trapelato nei mesi scorsi rivela una discrepanza evidente: su 68 morti gazawi in custodia fino ad agosto, solo 21 risultano combattenti. Il resto, per esclusione, erano civili.
Una mortalità mai vista prima
Dal 1967 al 2023, il totale dei palestinesi morti in custodia israeliana era 237.
Nei soli ultimi due anni, il numero dei decessi è arrivato a quasi cento, segnando un'impennata storica.
Nel novembre 2024 le ONG palestinesi parlavano di 81 morti. I nuovi dati PHRI aggiornati a oggi portano la cifra a 98, esclusi i casi di persone ferite dai soldati e decedute prima di arrivare in carcere.
Almeno 29 persone sono morte nel famigerato centro di detenzione militare di Sde Teiman, la struttura più letale dell'intero sistema. Altre sono decedute in prigioni come Ketziot, Megiddo, Ofer e Nitzan, spesso in seguito a pestaggi documentati.
Violenza sistematica: testimonianze e autopsie
Alcune autopsie parlano da sole:
- costole e sterno fratturati,
- lesioni interne,
- segni di denutrizione estrema,
- malattie gravi mai curate,
- diabetici lasciati senza insulina,
- detenuti cronici privati dell'alimentazione necessaria.
In più di un caso i detenuti sono stati letteralmente picchiati a morte.
Ex prigionieri riferiscono di notti in cui “si sentivano persone morire sotto i colpi”.
Le testimonianze di abusi a Megiddo, Ofer e Ketziot parlano di:
- pestaggi collettivi,
- uso sistematico di bastoni,
- privazione del sonno,
- negazione deliberata delle cure,
- violenze sessuali diffuse.
In un caso, un minorenne di 17 anni è morto emaciato, ridotto a pelle e ossa.
Mancanza di trasparenza totale
Le famiglie a Gaza non ricevono notifiche ufficiali.
Diciotto detenuti morti non sono stati identificati dallo Stato.
Il destino di centinaia di persone arrestate a Gaza rimane sconosciuto: l'esercito, interpellato da HaMoked, sostiene semplicemente di non avere informazioni.
In passato, l'esercito ha negato di detenere certi palestinesi… per poi notificare la loro morte solo a seguito di ricorsi legali.
Impunità quasi assoluta
Nonostante le prove schiaccianti, solo un soldato è stato condannato finora, con una pena di sette mesi!!!
Cinque militari coinvolti in abusi a Sde Teiman sono stati incriminati dopo la fuga di un video.
Nessuno è stato accusato per le decine di morti in detenzione.
Secondo Haaretz, l'apparato legale dell'esercito ha deliberatamente evitato di aprire indagini formali su possibili crimini di guerra per non irritare la destra israeliana.
Il quadro complessivo
Mettendo insieme dati ufficiali, testimonianze, autopsie e inchieste giornalistiche, emerge una realtà brutale:
- Le morti in custodia sono cresciute a un ritmo di uno ogni quattro giorni nei primi otto mesi della guerra.
- La maggior parte dei detenuti morti erano civili.
- L'esercito non mantiene registri affidabili, spesso nega informazioni e fornisce dati solo se costretto.
- La violenza nei centri di detenzione è sistemica, non deviata.
- L'impunità è quasi totale.
Il portavoce dell'esercito continua a sostenere che i detenuti vengono trattati “secondo la legge” e che ogni morte viene investigata, negando che esistano persone “scomparse”.
Le cifre, le testimonianze e i corpi raccontano un'altra storia. (fonte +972 Magazine)
Inoltre, lo Stato ebraico continua ad agire impunemente bombardando Siria, Libano e Gaza dove, solo oggi, sono state uccise 10 persone ed altrettante sono quelle ferite a seguito di attacchi delle IDF a Khan Yunis e Gaza.
Crediti immagine: x.com/Independent/status/1990479885454704912/photo/1


