Che qualcuno avverta la destra MAGA: a Miami l'incantesimo di Donald Trump si è rotto. Eileen Higgins, democratica, non solo ha conquistato la carica di sindaco dopo quasi trent'anni di dominio repubblicano, ma lo ha fatto in una città ispanica nel cuore del feudo politico del tycoon, dove la narrativa di un Trump idolo dei latinos sembrava scolpita nella pietra.

Il risultato del voto non è stato mi in discussione: i margini parlano da soli. Higgins ha travolto il repubblicano Emilio Gonzalez con 18 punti di distacco, un'umiliazione politica resa ancora più sonora dal fatto che Trump ci aveva pure messo la faccia. Il suo appoggio roboante su Truth Social – «GET OUT AND VOTE FOR EMILIO – HE WILL NEVER LET YOU DOWN!» – più che un aiuto è stato come un bacio della morte... visti i numeri.

La vittoria di Higgins è una tripla vittoria: prima democratica dal 1997, prima donna in assoluto e primo sindaco non ispanico da decenni in una città dove questa identità politica ed etnica è sempre stata considerata una sorta di garanzia di successo.

Evidentemente il mito si è sgonfiato. La retorica repubblicana che dava per acquisito il voto ispanico sta mostrando crepe profonde. Non basta agitare le chiavi della "Florida rosso fuoco" (il rosso è il colore simbolo del GOP) per convincere una comunità che, a quanto pare, ha iniziato a stancarsi del caos mascherato da leadership di Donald Trump.

La cosa ancora più interessante è che Higgins non si è prestata al circo nazionale. Niente proclami, niente “messaggi alla nazione”. Ha liquidato la questione con un commento secco: la città «ha voltato pagina da anni di caos e corruzione».

E intanto, nel quartier generale repubblicano, l'ansia monta. Il partito che aveva trasformato la conquista del voto ispanico del 2024 in trofeo e vanto nazionale ora si ritrova a chiedersi se tutto quel consenso non fosse solo un fuoco di paglia.

Naturalmente la destra MAGA cercherà - esattamente come da noi - la solita scusa: "È solo un'elezione locale, non ha valore di termometro nazionale". Certo. Peccato che questo "test insignificante" arrivi dopo una serie di sconfitte brucianti: New Jersey, Virginia, New York, referendum in California. Il copione è ormai chiaro: dove si vota, i repubblicani inciampano, mentre i democratici, anche senza fanfare, guadagnano terreno.

Miami, città-simbolo dei trionfi trumpiani tra gli ispanici, si è svegliata dal torpore politico e ha deciso che l'incantesimo populista non regge più. Higgins non ha solo vinto: ha fatto ulteriormente crollare il mito della fedeltà al marchio Trump.