Il maltempo che si è abbattuto su Gaza ha aggravato una situazione già devastante. Secondo un comunicato di Hamas, le piogge torrenziali hanno trasformato i campi profughi in distese di fango, allagando migliaia di tende, per la maggior parte di fortuna, e lasciando famiglie intere senza alcun riparo dal freddo. La nota denuncia che “la tragedia umanitaria vissuta da centinaia di migliaia di sfollati si è aggravata, mentre i campi si trasformano in pozze di fango e migliaia di famiglie rimangono senza protezione”.

Hamas denuncia inoltre la continua resistenza di Israele nell'autorizzare l'ingresso degli aiuti umanitari, incluse tende e strutture di supporto, sollecitando i garanti degli accordi, Nazioni Unite, Lega Araba e Organizzazione per la Cooperazione Islamica a intervenire immediatamente per fornire mezzi di soccorso e garantire almeno il minimo indispensabile per la sopravvivenza degli sfollati.

 
UNRWA: “Israele sta paralizzando deliberatamente le operazioni di soccorso”
Sul fronte internazionale, l'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, accusa Israele di ostacolare in modo sistematico il proprio lavoro e l'ingresso degli aiuti vitali, aggravando la crisi umanitaria a Gaza.

Il Commissario generale Philippe Lazzarini, intervenuto alle Nazioni Unite, ha dichiarato che:

  • proteggere il mandato dell'UNRWA è un obbligo di diritto internazionale;
  • l'agenzia è essenziale per la sopravvivenza di milioni di palestinesi;
  • le restrizioni israeliane violano quanto stabilito sia dalla Commissione d'Inchiesta ONU sia dalle recenti pronunce della Corte Internazionale di Giustizia.

Lazzarini ha anche lanciato un allarme finanziario: l'UNRWA ha fondi sufficienti per pagare gli stipendi di novembre, ma non ha alcuna garanzia per dicembre, anche a causa del blocco dei finanziamenti da parte degli Stati Uniti in seguito alle accuse israeliane — mai provate — contro alcuni dipendenti dell'agenzia.

Nonostante il ritiro del personale internazionale, l'UNRWA continua a operare con 12.000 dipendenti a Gaza, fornendo:

  • rifugio a 75.000 persone in 100 strutture,
  • oltre 15 milioni di consultazioni mediche in due anni,
  • circa 14.000 visite sanitarie al giorno,
  • programmi educativi per decine di migliaia di bambini,
  • campagne vaccinali con UNICEF e WHO.

Secondo Lazzarini, senza nuovi fondi, milioni di rifugiati palestinesi in tutto il Medio Oriente rischiano di rimanere senza servizi essenziali.

 
Aiuti insufficienti nonostante la tregua: “Le famiglie non ricevono tende né teloni”
Il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre avrebbe dovuto consentire l'ingresso di almeno 600 camion al giorno, ma ne arrivano appena circa 150, numero del tutto insufficiente per due milioni di sfollati.

Testimonianze dal centro della Striscia riferiscono che molte famiglie non hanno ricevuto né tende né coperte, mentre il maltempo sta trasformando i campi in una trappola di fango e freddo. L'ONU avverte che la crisi alimentare è catastrofica, soprattutto nel nord, dove ad agosto era stata dichiarata la carestia.

Nel frattempo, lo Stato ebraico ha riaperto dopo due mesi il valico di Zikim, principale punto d'ingresso verso il nord di Gaza. Nei primi giorni sono passati circa 80 camion, un flusso che rimane comunque lontano dal minimo necessario.

 
Scambio di corpi e ostaggi: una tregua fragile e complessa
La tregua prevede anche lo scambio di ostaggi e prigionieri. Giovedì Israele ha ricevuto dal Comitato Internazionale della Croce Rossa la salma di Meny Godard, uno dei quattro detenuti i cui corpi erano trattenuti da Hamas. L'uomo era stato ucciso durante l'attacco del 7 ottobre 2023.

Hamas afferma che il recupero delle altre tre salme sarà difficile e richiederà attrezzature specializzate, perché i luoghi in cui si trovano sono pericolosi, oltre la cosiddetta Linea Gialla, zona di confine definita dalla tregua.

Parallelamente, Israele ha restituito 15 corpi di palestinesi, portando a 330 il totale dei cadaveri riconsegnati. L'identificazione è quasi impossibile: molti corpi sono mutilati, decomposi o irriconoscibili e vengono sepolti in fosse comuni a Deir el-Balah.

 
Bombardamenti e violazioni della tregua
Nonostante il cessate il fuoco, anche venerdì sono continuati gli attacchi dell'esercito della Stato canaglia di Israele con...

  • bombardamenti nel quartiere di Zaytoun a Gaza City,
  • colpi di artiglieria a Rafah,
  • attacchi aerei e di artiglieria su Khan Yunis,
  • bombardamenti a Beit Lahia.

Le piogge hanno aggravato l'agonia degli sfollati, le cui tende sono state allagate proprio mentre i bombardamenti continuano a colpire aree già devastate.

 

Gaza rimane schiacciata tra una crisi umanitaria in rapido deterioramento, bombardamenti incessanti e una paralisi politica che blocca ogni soluzione reale. Le richieste di intervento internazionale si moltiplicano, mentre sul terreno la popolazione sopravvive come può, in attesa che la comunità internazionale trasformi dichiarazioni e promesse in azioni concrete.