La tempesta che sta colpendo la Palestina e continuerà fino a venerdì ha investito la Striscia di Gaza con particolare violenza. Dopo oltre due anni di guerra e infrastrutture civili ridotte in macerie, la maggior parte dei residenti vive in tende, rifugi di fortuna o edifici gravemente danneggiati: condizioni che rendono ogni ondata di maltempo un pericolo concreto per la sopravvivenza.
Accampamenti allagati e soccorsi al limite
Video diffusi sui social mostrano interi campi di tende trasformati in distese d'acqua e fango, mentre gli sfollati lottano per cercare di rimanere almeno asciutti. Mercoledì la protezione civile aveva avvertito del rischio di inondazioni improvvise e tende spazzate via dal vento, soprattutto nella zona costiera di Mawasi, vicino a Khan Younis, nel sud della Striscia.
Giovedì mattina l'agenzia ha riferito di aver ricevuto oltre 2.500 richieste di soccorso da persone che hanno visto le proprie tende o rifugi danneggiati da vento, pioggia e allagamenti. Le autorità locali chiedono con urgenza l'ingresso di alloggi mobili per sostituire le tende ormai inutilizzabili e invitano gli sfollati a scavare canali di drenaggio per ridurre il rischio di ulteriori alluvioni.
Edifici crollati e rischio strutturale
Il maltempo non sta mettendo a dura prova soltanto le tende, per lo più di fortuna. Secondo la protezione civile, tre edifici sono crollati a Gaza City a causa della depressione atmosferica, fortunatamente senza causare vittime. Le autorità avvertono però la popolazione di evitare gli edifici pericolanti, già compromessi dalla guerra e ora ulteriormente indeboliti dalla pioggia.
Uno degli edifici è crollato nel quartiere di Zeitoun, a sud-est della città, mentre era ancora abitato.
“Catastrofe umanitaria in peggioramento”
Il direttore dell'ufficio stampa governativo, Ismail Al-Thawabta, ha denunciato un aggravamento drastico della crisi nei campi di sfollati. Secondo i dati diffusi:
Oltre 22.000 tende sono state completamente danneggiate, incluse coperture, materiali isolanti e coperte.
Le recenti ondate di maltempo hanno sommerso decine di migliaia di tende, trasformando i campi in distese di acqua stagnante e fango.
Circa 1,5 milioni di sfollati vivono in condizioni durissime, mentre centinaia di migliaia di famiglie si riparano in tende ormai logore.
Le reti idriche temporanee sono saltate e si sono mescolate con l'acqua piovana, aumentando il rischio di contaminazioni. Dieci cliniche mobili hanno smesso di funzionare e mancano forniture mediche essenziali. Le squadre sanitarie hanno grandi difficoltà a raggiungere ampie zone dei campi profughi.
Un settore al collasso
Secondo Al-Thawabta, il bisogno più urgente è la fornitura immediata di nuove tende: Gaza avrebbe necessità di 300.000 tende, ma dall'inizio della crisi ne sono entrate soltanto 20.000.
Intanto, per la seconda notte consecutiva, le piogge hanno continuato ad allagare i campi di sfollati, mentre il maltempo dovrebbe durare fino a domani sera. Temperature basse, vento e precipitazioni insistenti stanno aggravando un quadro già drammatico, lasciando migliaia di famiglie senza protezione dal freddo e dall'umidità.
Una bambina di otto mesi, questo giovedì, è morta a causa del freddo estremo a Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia. Si chiamava Rahaf Abu Jazar.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha affermato che le piogge nella Striscia di Gaza stanno aggravando la già catastrofica situazione umanitaria affrontata da centinaia di migliaia di sfollati, in particolare nei campi e nelle aree prive di protezione di base.
In un post su X, l'UNRWA ha spiegato che le strade allagate e l'acqua che si infiltra nelle tende stanno peggiorando le già disastrose condizioni di vita. L'agenzia ha osservato che il freddo pungente, il sovraffollamento e la mancanza di igiene stanno aumentando il rischio di malattie e infezioni, soprattutto tra i bambini.
L'UNRWA ha sottolineato che questa crescente sofferenza potrebbe essere evitata attraverso un flusso ininterrotto di aiuti umanitari, tra cui forniture mediche e materiali adeguati per ripari che consentirebbero alle famiglie di affrontare le dure condizioni invernali in sicurezza e con dignità.


