Google ha accettato di pagare una multa da 55 milioni di dollari australiani (poco più di 30 milioni di euro) dopo che l'ACCC (Australian Competition and Consumer Commission) ha rilevato pratiche anticoncorrenziali da parte della Big Tech californiana.

L'azienda di Mountain View aveva infatti stretto accordi con i due maggiori operatori telefonici del Paese, Telstra e Optus, per pre-installare la propria app di ricerca sugli smartphone Android, escludendo di fatto i motori di ricerca rivali.

Gli accordi, attivi tra la fine del 2019 e l'inizio del 2021, prevedevano anche la condivisione dei ricavi pubblicitari derivanti dalle ricerche effettuate sugli stessi dispositivi. Google ha ammesso che tali pratiche hanno avuto un impatto sostanziale sulla concorrenza, e ha dichiarato di aver interrotto accordi simili.

La multa arriva in un momento complesso per la Big Tech. Solo pochi giorni prima, un tribunale australiano aveva dato in larga parte ragione a Epic Games (creatrice di Fortnite) nella causa contro Google e Apple, accusate di ostacolare l'ingresso di store alternativi sugli smartphone.

Non solo: il mese scorso YouTube, piattaforma di proprietà di Google, è stata inclusa nel divieto imposto ai social media che impedisce agli under 16 di iscriversi, dopo una precedente decisione che la esentava.

Secondo la presidente dell'ACCC, Gina-Cass Gottlieb, l'accordo raggiunto rappresenta un passo avanti per garantire più libertà di scelta agli utenti e maggiori opportunità per i motori di ricerca concorrenti. La multa dovrà comunque essere approvata dal tribunale federale, anche se la collaborazione tra Google e l'authority ha evitato un contenzioso lungo e costoso.

Un portavoce dell'azienda ha dichiarato che Google è soddisfatta di aver chiuso la questione con l'ACCC, precisando che le clausole contestate "non fanno più parte dei nostri accordi commerciali da tempo". Il colosso ha inoltre ribadito l'impegno a offrire ai produttori di dispositivi Android maggiore flessibilità nel pre-caricare browser e motori di ricerca, mantenendo però le funzionalità che consentono di competere con Apple e contenere i costi.