Nel corso dell'incontro svoltosi martedì notte alla Casa Bianca, il presidente statunitense Donald Trump e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman hanno firmato un pacchetto di accordi che amplia in modo significativo la cooperazione strategica tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Gli intese spaziano dalla sicurezza alla tecnologia, passando per energia, investimenti ed economia.

Cooperazione militare e pacchetto di armamenti
Il fulcro della visita è stata la firma di un'Accordo di Difesa Strategica, destinato a rafforzare la cooperazione militare e a consolidare il sistema di deterrenza regionale. Gli Stati Uniti hanno inoltre dato il via libera a una vasta fornitura di armi, che comprende:

  • future consegne dei caccia avanzati F-35 alla monarchia saudita;
  • l'acquisto da parte di Riad di circa 300 carri armati americani.

L'Arabia Saudita si è impegnata anche a contribuire al finanziamento della spesa per la difesa statunitense, mentre Washington aprirà la strada a una presenza più estesa dell'industria militare americana nel regno.

Energia, tecnologia e materie prime critiche
Sul fronte energetico, i due Paesi hanno concluso i negoziati su un accordo di cooperazione nel nucleare civile, volto a creare la base legale per una partnership di lungo periodo e per l'integrazione delle imprese statunitensi nei futuri progetti nucleari sauditi.

È stato inoltre firmato un quadro di collaborazione sulle materie prime essenziali per l'industria tecnologica, con l'obiettivo di rafforzare le catene di approvvigionamento americane.

Nel campo dell'intelligenza artificiale, una memorandum di intesa garantirà all'Arabia Saudita accesso a sistemi avanzati statunitensi, con meccanismi di salvaguardia per proteggere le tecnologie sensibili da influenze esterne.

Un impegno economico da mille miliardi di dollari
Sul fronte economico, Riad ha promesso un massiccio piano di investimenti negli Stati Uniti: quasi 1.000 miliardi di dollari in infrastrutture, tecnologia e industria. Entrambe le parti si sono impegnate a eliminare barriere commerciali, uniformare gli standard e favorire l'espansione delle esportazioni statunitensi.

Tra gli accordi firmati figurano:

  • il riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza delle automobili americane nel mercato saudita;
  • intese tra i ministeri delle Finanze dei due Paesi su tecnologia, regolamentazione dei mercati dei capitali e collaborazione nelle istituzioni finanziarie internazionali.

Il dossier israelo-palestinese e le prospettive di normalizzazione
Nel corso della conferenza stampa congiunta, bin Salman ha affrontato il tema della normalizzazione con Israele, ribadendo che l'Arabia Saudita è interessata a unirsi agli Accordi di Abramo, ma solo nell'ambito di un percorso credibile verso una soluzione a due Stati. Ha definito prioritario il raggiungimento della pace “per israeliani e palestinesi”.

Un alto funzionario citato da Channel 12 israeliana ha riassunto il messaggio del principe per Trump con un “sì, ma a tempo debito”: l'impegno verso la normalizzazione resta, ma le condizioni non sono ancora mature, soprattutto perché la guerra a Gaza non è conclusa e Israele non ha mostrato progressi verso uno Stato palestinese.

Interpellato sulla vendita degli F-35 e sulla possibilità che la dotazione saudita e quella israeliana coincidano, Trump ha risposto che “saranno aerei simili”, aggiungendo che “entrambi sono grandi alleati”.

Un rapporto personale celebrato pubblicamente
L'atmosfera durante l'incontro è stata particolarmente distesa. Trump ha descritto bin Salman come un “amico di lunga data”, elogiandolo per il suo lavoro “nel campo dei diritti umani e in tutto il resto”, e sottolineando la frequenza dei contatti tra i due leader.