3 settembre 2025. Dichiarazione UNIFIL sull'attacco ai peacekeeper impegnati a rimuovere i posti di blocco:

"Ieri mattina, i droni delle Forze di difesa israeliane (IDF) hanno sganciato quattro granate vicino alle forze di peacekeeping dell'UNIFIL impegnate a rimuovere i posti di blocco che impedivano l'accesso a una posizione delle Nazioni Unite nei pressi della Linea Blu.Si tratta di uno degli attacchi più gravi al personale e alle risorse dell'UNIFIL dall'accordo di cessate il fuoco dello scorso novembre.Una granata è caduta a meno di 20 metri di distanza dal personale e dai veicoli delle Nazioni Unite, mentre le altre tre sono cadute a circa 100 metri. I droni sono stati osservati mentre rientravano a sud della Linea Blu.Le IDF erano state informate in anticipo dei lavori di sgombero stradale in corso da parte dell'UNIFIL nella zona, a sud-est del villaggio di Marwahin. Per motivi di sicurezza, i lavori di ieri sono stati sospesi a causa dell'incidente.Qualsiasi azione che metta in pericolo le forze di pace e i loro beni, nonché qualsiasi interferenza con i compiti loro assegnati, è inaccettabile e costituisce una grave violazione della Risoluzione 1701 e del diritto internazionale. È responsabilità delle Forze di Difesa Israeliane garantire la sicurezza e l'incolumità delle forze di pace che svolgono i compiti assegnati dal Consiglio di Sicurezza".

 È un oltraggio, senza se e senza ma. I droni delle Forze di Difesa Israeliane hanno deliberatamente sganciato granate vicino al personale dell’UNIFIL, uomini e donne impegnati a garantire la pace, e lo hanno fatto sapendo esattamente chi stavano mettendo in pericolo. Non è un incidente: è una scelta, una decisione consapevole che mette a rischio vite innocenti e mina la credibilità stessa della comunità internazionale. Una granata a meno di venti metri dai peacekeeper non è una “vicinanza pericolosa”: è un avvertimento armato lanciato contro chi opera sotto il mandato dell’ONU, un gesto che sfida apertamente la legge e il buon senso.

E ancora più scandaloso è il contesto: le IDF erano state informate dei lavori in corso. Sapevano esattamente dove si trovava il personale dell’ONU, e nonostante questo hanno fatto partire le granate. Questo non è semplicemente un errore tattico o una svista: è una dimostrazione di totale disprezzo per la vita dei peacekeeper, per il diritto internazionale e per le missioni di pace che dovrebbero essere sacre.

Ogni tentativo di minimizzare la gravità dell’accaduto – chiamandolo “episodio isolato” o “incidente” – è una presa in giro. Il mondo ha davanti agli occhi un atto di arroganza militare che viola in maniera palese la Risoluzione 1701 e mette in discussione la sicurezza delle Nazioni Unite in tutta l’area. Chi attacca deliberatamente chi lavora per la pace non sta solo commettendo un crimine morale: sta mandando un segnale inquietante a tutti coloro che credono che il diritto internazionale abbia un peso reale.

Basta chiacchiere. Le IDF devono rispondere, e devono farlo subito. Ogni attacco contro le Nazioni Unite è un attacco contro l’intero sistema che cerca di mantenere la pace e la stabilità nella regione. La comunità internazionale deve smettere di essere spettatrice: occorrono condanne chiare, azioni concrete e la garanzia che mai più il personale di pace possa trovarsi sotto il fuoco di chi dovrebbe proteggerlo.

La realtà è semplice: ieri mattina si è sfiorata la tragedia. La decisione di attaccare i peacekeeper è stata irresponsabile, vergognosa e moralmente inaccettabile. E se il mondo continuerà a voltarsi dall’altra parte, continueremo a vedere episodi come questo ripetersi, giorno dopo giorno.

 

Crediti immagine:  x.com/UNPeacekeeping/status/1960658684041671055/photo/2