L'Unione Europea si prepara a congelare a tempo indefinito gli asset della banca centrale russa presenti in Europa, una mossa che elimina uno degli ultimi ostacoli all'utilizzo di quei fondi per sostenere militarmente ed economicamente l'Ucraina. Il via libera politico è atteso entro oggi, tramite una votazione a maggioranza qualificata.

210 miliardi di euro bloccati senza scadenza
Il nuovo regime prevede l'immobilizzazione di 210 miliardi di euro di beni sovrani russi finché esisterà una minaccia immediata per gli interessi economici dell'UE. Questo sostituirà l'attuale meccanismo, che richiede un rinnovo ogni sei mesi con voto unanime.

L'abolizione del rinnovo semestrale elimina il rischio che paesi come Ungheria e Slovacchia, molto più morbidi verso Mosca, possano bloccare il rinnovo e costringere l'UE a restituire i fondi al Cremlino.

Orban minaccia battaglia politica
Il premier ungherese Viktor Orban ha definito il nuovo sistema un danno enorme per l'UE, annunciando che Budapest lo contesterà in ogni modo possibile. È ormai l'ennesimo fronte di scontro tra le istituzioni europee e uno Stato membro accusato spesso di paralizzare decisioni critiche legate alla sicurezza comune.

La reazione di Mosca: ricorsi e minacce legali
La banca centrale russa ha bollato la decisione europea come illegale, dichiarando di riservarsi «tutti i mezzi disponibili» per tutelare i propri interessi.

Parallelamente, l'istituto ha avviato un'azione legale contro Euroclear, il depositario titoli con sede a Bruxelles che detiene 185 miliardi del totale immobilizzato. Mosca accusa Euroclear di ostacolare la gestione dei propri fondi e titoli. Da quando l'UE ha bloccato gli asset nel 2022, Euroclear è bersaglio ricorrente di cause nei tribunali russi.

Un prestito da 165 miliardi per sostenere l'Ucraina
Il congelamento illimitato serve anche a rassicurare il Belgio, attore chiave perché è proprio lì che si concentra la maggior parte degli asset russi. L'obiettivo è convincere Bruxelles a sostenere un piano europeo per usare i proventi generati da quei fondi per finanziare un prestito fino a 165 miliardi di euro all'Ucraina nel biennio 2026–2027.

Il rimborso sarebbe a carico dell'Ucraina solo quando la Russia pagherà le riparazioni di guerra: in pratica, un anticipo europeo sulle future compensazioni dovute da Mosca.

La ministra delle Finanze danese Stephanie Lose ha difeso la proposta come la più sostenibile, perché non aumenta il debito pubblico dei singoli Stati membri. Ma ha riconosciuto che alcuni governi restano scettici e che sarà necessario chiarire una serie di garanzie.

Prossima tappa: Consiglio Europeo del 18 dicembre
I leader dell'UE si riuniranno il 18 dicembre per chiudere i dettagli del nuovo sistema di finanziamento all'Ucraina, inclusi i meccanismi di protezione richiesti dal Belgio. Bruxelles non vuole ritrovarsi sola a fronteggiare un eventuale successo delle cause legali russe.

L'intera strategia segna un cambio di passo netto: l'UE non vuole più limitarsi a congelare i beni russi, ma è pronta a trasformarli in un sostegno concreto allo sforzo bellico e alla tenuta economica dell'Ucraina. Una decisione che potrebbe ridefinire i rapporti di forza tra Bruxelles e Mosca nei prossimi anni.

Le ultime dichiarazioni di Zelensky
Questo, invece, è quanto ha dichiarato ieri il presidente ucraino in relazione ad un possibile accordo con Mosca:

"Stiamo lavorando con il team degli Stati Uniti riguardo alle possibili garanzie di sicurezza per l'Ucraina, un documento quadro che deve essere abbastanza solido da funzionare davvero. Riteniamo che questo documento debba essere approvato dal Congresso americano: ciò garantirebbe alla nostra nazione vere garanzie di sicurezza, affidabili e giuridicamente vincolanti. E devono essere concretamente applicabili. È chiaro – e lo abbiamo ribadito – che un modello efficace di garanzie di sicurezza è impossibile senza l'Europa e senza tutti i membri della nostra Coalizione dei volenterosi: dal Canada al Giappone, fino all'Australia e alla Nuova Zelanda. Ringraziamo tutti. Il contributo di ciascuno è fondamentale.Credo che la maggior parte di voi sappia già cosa serve e come questo meccanismo potrebbe funzionare. Ora dobbiamo coordinare tutto in modo da assicurare che gli Stati Uniti siano pienamente coinvolti in ogni fase del processo.Ieri abbiamo discusso con la delegazione americana anche dell'accordo economico – del possibile ruolo degli Stati Uniti nella ricostruzione e nello sviluppo postbellico dell'Ucraina. Sempre ieri abbiamo consegnato alla squadra americana una versione aggiornata del documento quadro su cui abbiamo lavorato. Contiene 20 punti chiave. Può diventare la base di tutto. Attendo il feedback da parte americana.È molto importante – e ringrazio Mark Rutte e tutti i leader che continuano a sottolinearlo – che voi, insieme ai vostri ministri della Difesa e ai vertici militari, continuiate a collaborare nell'ambito del programma PURL. Questo programma deve essere alimentato con contenuti e azioni concrete. E ringrazio tutti coloro che ci aiutano a mantenere stabile la linea del fronte, a rafforzare la difesa aerea e a sostenere la nostra resilienza complessiva, soprattutto ora, mentre la Russia colpisce quotidianamente la nostra infrastruttura energetica.Invito inoltre tutti a procedere il più rapidamente possibile sulla questione dell'utilizzo degli asset russi congelati. Sono grato alla leadership dell'Unione Europea – a Ursula von der Leyen, António Costa e a tutti coloro che stanno contribuendo. È davvero necessario. E darà un contributo significativo alla nostra sicurezza – alla nostra sicurezza comune.Un'ultima cosa.Siamo pronti a lavorare con il Presidente Trump in qualsiasi formato. E se il Presidente Trump parla sempre più spesso delle elezioni in Ucraina, voglio dirlo apertamente: possiamo provare a organizzarle. L'Ucraina non ha paura della democrazia. Ma affinché le elezioni possano svolgersi, dev'essere garantita una componente di sicurezza. Ed è proprio qui che gli Stati Uniti possono offrire il massimo aiuto. Se ora emerge l'esigenza di andare al voto, deve esserci un cessate il fuoco – almeno per tutta la durata del processo elettorale e della votazione. È questo che bisogna discutere. A dire il vero, qui in Ucraina riteniamo che gli Stati Uniti debbano parlarne con la parte russa. Vedremo cosa accadrà".