Approvato il Piano strategico nazionale per l’Assistente infermiere: formazione unificata e inserimento guidato nei servizi
La Conferenza delle Regioni ha dato il via libera al Piano strategico nazionale che disciplina l’attuazione del DPCM 28 febbraio 2025, il provvedimento che ha istituito il nuovo profilo di Assistente infermiere (AI). Si tratta del passaggio più rilevante dopo la pubblicazione del decreto, perché fornisce un quadro uniforme alle Regioni per l’avvio dei percorsi formativi, la definizione del fabbisogno professionale e l’introduzione progressiva di questa figura nei servizi sanitari e socio-sanitari.
Il documento è stato elaborato congiuntamente da FNOPI, Ministero della Salute, Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Agenas, Conferenza permanente dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie e SIDMI. L’obiettivo è chiaro: evitare differenze territoriali e governare il processo di inserimento dell’AI preservando qualità e sicurezza dell’assistenza.
Un nuovo profilo per potenziare i modelli assistenziali
Secondo il Piano, l’assistente infermiere è pensato per rafforzare la presa in carico di adulti e anziani, svolgendo attività a bassa discrezionalità decisionale, standardizzate e sempre sotto la supervisione dell’infermiere. Questa figura potrà trovare collocazione nei team assistenziali in contesti dove i pazienti presentano stabilità clinica e dove la sua presenza può favorire una distribuzione più equilibrata delle attività tra infermieri, OSS e personale di supporto, senza compromettere i livelli di sicurezza.
Il decreto ha già tracciato competenze e standard formativi, ma lascia alle Regioni margini applicativi che il Piano punta a rendere omogenei in tutto il Paese.
Formazione: criteri uniformi e prevenzione delle difformità
L’aspetto più delicato affrontato dal Piano è quello formativo. Proprio perché esposto al rischio di disomogeneità, il documento introduce misure vincolanti per garantire standard comuni. Tra i punti chiave:
- un modulo teorico di 100 ore in FAD per gli OSS privi di diploma quinquennale, affidato a un unico ente nazionale per evitare livelli formativi difformi;
- criteri condivisi per il riconoscimento dei crediti e per le procedure di ammissione;
- un rafforzamento del collegamento tra formazione dell’AI e filiera infermieristica, con percorsi pensati per facilitare, se lo si vorrà, il proseguimento verso la laurea in infermieristica;
- indicazioni nazionali per esami, tirocini, esercitazioni e criteri di valutazione.
Il documento sottolinea la necessità di monitorare costantemente eventuali corsi non conformi agli standard del DPCM e di tenere sotto controllo tassi di abbandono e risultati finali.
Inserimento nei servizi: un percorso sotto controllo
L’altra area cruciale è l’introduzione dell’AI nelle strutture. Il Piano evidenzia rischi ben concreti: resistenze interne, scarsa chiarezza dei ruoli e possibili compromissioni della sicurezza se la figura venisse introdotta in contesti non adatti.
Per evitarlo, è previsto un percorso di inserimento graduale articolato in più fasi:
- elaborazione e pubblicazione di un glossario minimo nazionale sui concetti chiave della relazione infermiere–AI;
- approvazione di linee di indirizzo regionali per l’inserimento nei servizi pubblici e privati;
- iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte a infermieri, manager e operatori dei team;
- selezione dei setting più idonei, privilegiando contesti con attività standardizzate e bassa intensità di cura, come RSA, lungodegenze, case della comunità e aree riabilitative;
- definizione di un mix di competenze che assicuri la presenza infermieristica necessaria alla supervisione delle attività dell’AI.
Elemento centrale del modello è l’uso sistematico di strumenti validati, come NEWS2, per classificare la stabilità clinica dei pazienti e stabilire cosa possa essere delegato all’AI.
Tempi e tappe: dal 2026 i corsi, dal 2027 i primi inserimenti
Il cronoprogramma allegato al Piano definisce un calendario preciso:
- dicembre 2025: pubblicazione delle linee di indirizzo e del glossario nazionale;
- entro marzo 2026: erogazione del modulo propedeutico di 100 ore;
- da settembre 2026: avvio dei corsi di formazione e qualifica;
- settembre 2026 – marzo 2027: introduzione guidata dell’AI nei setting selezionati;
- entro il 2027: definizione degli standard nazionali di personale e aggiornamento dei requisiti di accreditamento.
Un progetto condiviso per sostenere il sistema sanitario
Il Piano strategico nasce da un’elaborazione collegiale che ha coinvolto istituzioni nazionali, Regioni, professionisti e mondo accademico. Per la Conferenza delle Regioni rappresenta un passaggio fondamentale per accompagnare il sistema sanitario in una fase organizzativa complessa, sostenere il lavoro degli infermieri e rafforzare la capacità delle strutture di rispondere ai bisogni della popolazione adulta e anziana.
In sintesi, si punta a introdurre l’Assistente infermiere con criteri chiari, formazione rigorosa e un percorso di integrazione controllato: le condizioni necessarie per garantire qualità dell’assistenza e sicurezza degli utenti.