Via libera all’assistente infermiere in Lombardia: ruolo definito e divieto di sostituire professionisti laureati
La Regione Lombardia ha approvato la proposta che introduce una nuova figura di supporto all’assistenza infermieristica: l’assistente infermiere. Si tratta di un ruolo evolutivo rispetto all’operatore socio-sanitario, previsto attraverso un percorso formativo aggiuntivo. L’obiettivo dichiarato della misura è contribuire a fronteggiare la carenza di personale nelle strutture sanitarie regionali. Allo stesso tempo, alcune voci hanno espresso preoccupazione sul rischio di sovrapposizioni di competenze già esistenti, ipotizzando che l’introduzione della nuova figura possa generare confusione sui ruoli invece di rappresentare una risposta strutturale alla carenza di infermieri laureati.
La delibera stabilisce limiti chiari: l’assistente infermiere non potrà sostituire il professionista laureato, poiché non ne possiede le competenze previste dal profilo definito dalle normative nazionali. Le attività assegnabili saranno circoscritte e regolamentate, con indicazioni specifiche sul campo d’azione. Il ruolo sarà maggiormente orientato ai servizi territoriali, in particolare nei contesti di assistenza ai malati cronici e alle persone fragili, più che nei reparti destinati ai pazienti acuti.
La formazione prevista per accedere al nuovo profilo dovrà superare in durata gli standard minimi nazionali, e sarà organizzata esclusivamente all’interno dei poli formativi regionali accreditati, con esclusione di enti privati non certificati.
L’introduzione dell’assistente infermiere rappresenta dunque un passo formale nella ridefinizione delle funzioni di supporto in ambito assistenziale. La sua implementazione richiederà attenzione nella regolamentazione, formazione e integrazione nei team sanitari, al fine di garantire qualità delle cure, chiarezza dei ruoli e tutela del professionista infermieristico laureato.



