La corsa al Miglior Montaggio per gli Oscar 2026 presenta un panorama variegato, dove il confronto tra colossi industriali e autori indipendenti rende la competizione particolarmente intensa.
In cima alla lista dei favoriti spicca Andy Jurgensen per One Battle After Another, il cui lavoro su linee temporali multiple e tensione emotiva fa del montaggio il cuore pulsante del film. Accanto a lui, Michael P. Shawver per Sinners gode di un posizionamento altrettanto solido: il suo editing, capace di armonizzare azione e dramma umano, lo colloca tra i principali contendenti, sostenuto da una campagna prestige chiara e potente.
Dietro i frontrunner emergono nomi di grande prestigio tecnico come Stephen Mirrione (F1: The Movie) e Kirk Baxter (A House of Dynamite), che portano la propria reputazione e la forza industriale dei rispettivi studios come leva strategica. Anche Chloé Zhao e Alfonso Gonçalves (Hamnet) si segnalano come outsider autorevoli, grazie a un montaggio contemplativo e poetico che valorizza l’intensità emotiva, mentre Olivier Bugge Coutté (Sentimental Value) rappresenta l’asse europeo, con una precisione narrativa capace di conquistare il branch dei montatori.
Il quadro dei favoriti è chiaro: Jurgensen e Shawver guidano la corsa grazie alla centralità del loro lavoro nei rispettivi film e al supporto strategico dei loro studios. Con un mix di pedigree, complessità e visibilità industriale, la categoria si prepara a essere uno dei principali terreni di scontro della stagione dei premi, lasciando agli elettori dell’Academy la scelta finale tra precisione tecnica e forza narrativa.


