Al Maggiore di Bologna ha preso forma un reparto pensato per gli adolescenti che vivono momenti di crisi profonda, quelli in cui la mente si fa pesante e serve un luogo sicuro dove fermarsi, respirare e ricominciare. È una struttura dedicata ai ragazzi dagli 11 ai 17 anni, nata per rispondere a un bisogno sempre più evidente: l’aumento dei giovani che chiedono aiuto ai servizi di salute mentale.

Il reparto offre sette posti letto in camere singole, ambienti curati per far sentire i pazienti protetti e non semplicemente “ricoverati”. Accanto alle stanze ci sono spazi per la musica, per rilassarsi, per parlare senza fretta: piccoli dettagli che fanno la differenza quando si prova a uscire da un momento difficile.

A seguirli c’è un’équipe nuova, ventotto professionisti tra neuropsichiatri, psicologi, educatori e terapisti. L’idea è di lavorare a contatto con i servizi territoriali, così che il ragazzo non si ritrovi solo una volta dimesso, ma continui un percorso già avviato. La degenza media è di due settimane, estendibile fino a un massimo di quarantacinque giorni quando serve più tempo per ritrovare stabilità.

Negli ultimi anni, in tutta l’area bolognese, i minori presi in carico sono aumentati in modo deciso, superando le dodicimila unità. Numeri che raccontano più di una statistica: dicono che il disagio mentale non è un’eccezione, ma una condizione che molte famiglie stanno attraversando e che richiede risposte concrete.

L’apertura di questo reparto va proprio in questa direzione. Non è un gesto simbolico, ma un passo avanti nel costruire una rete di cura che guardi ai ragazzi per ciò che sono: persone che meritano attenzione, ascolto e la possibilità di rialzarsi con strumenti adeguati. Una scelta che parla di responsabilità, ma anche di speranza.