L’ultimo capitolo del rapporto Health at a Glance Europe dell’Ocse mette a nudo le criticità del profilo sanitario italiano, soprattutto sul fronte dei fattori non medici che condizionano la salute. L’immagine che ne esce è tutt’altro che rassicurante: se gli adulti mostrano qualche segnale positivo, i giovani figurano costantemente ai vertici delle classifiche peggiori tra i Paesi industrializzati. Fumo, droghe, alcol, sedentarietà: quasi tutti i campi mostrano un deterioramento evidente.

 
Fumo: adulti in calo, adolescenti a livelli-record
Nel 2023 la quota di fumatori quotidiani nell’area Ocse è pari al 14,8%. L’Italia supera nettamente questo valore, sfiorando il 20%, e si colloca fra i Paesi europei più esposti. Rimane il solito divario di genere, con gli uomini più inclini al fumo rispetto alle donne.
Un punto a favore: il trend discendente degli ultimi anni lascia intravedere qualche spiraglio.

Il vero problema emerge tra i quindicenni. Nonostante un lieve calo recente, l’Italia è ancora il terzo peggior Paese Ocse per percentuale di 15enni fumatori, superata solo da Ungheria e Bulgaria. Un dato che da solo basterebbe a giustificare interventi urgenti.

Diverso invece il quadro relativo ai prodotti da svapo: l’Italia resta sotto la media Ocse, anche se il consumo cresce come nel resto dei Paesi industrializzati.

 
Droghe: Italia tra le peggiori nell’uso di sostanze illecite
Le droghe rappresentano una fetta importante della mortalità evitabile e sono collegate a numerose malattie e rischi di overdose. Nel 2021 hanno causato il 5,1% dei decessi prematuri per malattie non trasmissibili nella fascia under 70 nei Paesi Ocse.

Nel 2023 circa il 9% della popolazione tra i 15 e i 64 anni aveva consumato almeno una sostanza illecita nell’ultimo anno, con cannabis in testa. I valori più alti si registrano in Australia (18%) e negli Stati Uniti (25%).

L’Italia si piazza male: sesto Paese Ocse per uso di droghe in questa fascia d’età, e sopra la media sia nel consumo di cocaina che di oppioidi.

Allarmante la situazione dei 15enni: l’Italia è il quarto peggior Paese Ocse per consumo di cannabis tra gli adolescenti, con un trend in aumento.

 
Alcol: adulti moderati, adolescenti allo sbando
Nel complesso, il consumo di alcol in Italia rimane di poco sotto la media Ocse, anche per quanto riguarda gli episodi di binge drinking nella popolazione sopra i 15 anni.

Il quadro però cambia radicalmente tra gli adolescenti. L’Italia è seconda solo alla Danimarca per consumo di alcol tra i giovani, e registra il quarto peggior dato per frequenza di stati di ubriachezza ripetuta. Un segnale inequivocabile di vulnerabilità crescente.

 
Dieta e attività fisica: un Paese che si muove poco e mangia peggio
Nonostante la tradizione della dieta mediterranea, l’Italia consuma meno verdure della media Ocse. Una contraddizione che riflette un cambiamento culturale lento ma evidente.

La situazione peggiora sul fronte dell’attività fisica: il nostro Paese è sesto peggiore dell’area Ocse per sedentarietà tra gli adulti.

E i giovani? Ancora peggio. L’Italia ha la percentuale più bassa di quindicenni che praticano almeno un’ora al giorno di attività fisica moderata o intensa. E il dato, invece di migliorare, è scivolato verso il basso tra il 2014 e il 2022.

 
Obesità: pochi adulti obesi, ma giovani sempre più a rischio
L’Italia resta tra i Paesi meno colpiti dall’obesità adulta, insieme a Francia, Svizzera e Corea. Ma il rapporto Ocse non lascia spazio a ottimismo: sovrappeso e obesità infantile sono in aumento, seguendo una tendenza ormai diffusa in tutta Europa.

 
Ambiente: la qualità dell’aria continua a fare danni
L’inquinamento atmosferico rimane un nodo critico. L’Italia, come altri Paesi dell’Europa meridionale, registra livelli elevati di particolato fine e conseguenti impatti significativi sulla salute pubblica. È un problema strutturale che continua a incidere sulla mortalità e sulla qualità della vita.

 
Un Paese spaccato: adulti stabili, giovani in caduta libera
La fotografia dell’Ocse rivela una nazione con due velocità:

  • Adulti con alcuni indicatori ancora relativamente virtuosi.
  • Giovani protagonisti invece di un peggioramento drastico in quasi tutti gli ambiti esaminati.

Fumo, alcol, droghe, sedentarietà e peggioramento delle abitudini alimentari disegnano un futuro sanitario preoccupante. Senza politiche di prevenzione mirate e investimenti seri nella promozione della salute, l’Italia rischia di ritrovarsi con un’ondata crescente di malattie croniche e un impatto sempre più pesante sul Servizio sanitario nazionale.

Un segnale d’allarme chiaro. Ignorarlo non è un’opzione.