Negli ultimi anni, in Italia e in Europa, le infezioni sessualmente trasmissibili stanno aumentando in modo evidente. Dopo un periodo in cui sembravano quasi sparite, soprattutto tra i più giovani, oggi gonorrea, sifilide e clamidia stanno tornando con numeri che preoccupano gli esperti di sanità pubblica.
Gli ultimi dati disponibili mostrano che la gonorrea è una delle infezioni cresciute più rapidamente: negli ultimi dieci anni i casi in Europa sono aumentati di oltre il 300% e nell’ultimo anno si è registrato un ulteriore aumento di circa il 30%. La sifilide segue con una crescita di quasi il doppio rispetto ai valori registrati dieci anni fa. La clamidia resta l’infezione batterica più comune, soprattutto nelle donne tra i 20 e i 24 anni.
A essere maggiormente colpiti non sono soltanto i giovani: anche la fascia 35-55 anni sta mostrando numeri in aumento. Molte persone che escono da relazioni stabili e tornano a una sessualità più libera sottovalutano la necessità della protezione, pensando che "certe cose riguardino solo i ragazzi". In realtà non è così.
Tra i motivi che spiegano questa crescita ci sono diversi fattori: maggiore frequenza di rapporti occasionali, uso delle app di incontri, diminuzione dell’uso del preservativo e la falsa convinzione che “se capita, tanto si cura facilmente”. Questo atteggiamento rischia di normalizzare il problema, ma la realtà è diversa: alcune infezioni, se non diagnosticate e curate in tempo, possono provocare infertilità, complicazioni in gravidanza, problemi neurologici e danni permanenti agli organi riproduttivi.
Un altro elemento che contribuisce alla diffusione è il fatto che molte IST non presentano sintomi immediati. La clamidia, ad esempio, può restare silenziosa per mesi, mentre la gonorrea può dare sintomi lievi e non sempre riconosciuti. Questo porta molte persone a non fare controlli, mantenendo senza saperlo catene di contagio attive.
A questo si aggiunge un problema emergente: la comparsa di batteri resistenti agli antibiotici, soprattutto nel caso della gonorrea. Alcuni ceppi stanno diventando più difficili da trattare e questo potrebbe rappresentare un rischio sanitario serio nei prossimi anni.
La prevenzione resta l’arma principale: uso del preservativo, informazione corretta e controlli periodici quando si hanno partner sessuali non fissi o più partner nell’arco dell’anno. Non si tratta di moralismi né di paura: è cura di sé e rispetto verso gli altri.
Parlare di sessualità in modo informato e non imbarazzato può aiutare più di qualsiasi allarme. Perché la libertà sessuale è una conquista importante, ma va accompagnata da consapevolezza.
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