Durante la commemorazione dell'Arbaeen a Baalbek, il segretario generale aggiunto di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem (l'attuale leader del movimento), ha lanciato dure accuse contro l'attuale governo libanese.
Secondo Qassem, l'esecutivo "sta eseguendo il piano americano e israeliano di eliminare la resistenza in Libano, anche a costo di provocare una guerra civile o disordini interni". Ha definito la decisione del governo di imporre il disarmo a Hezbollah "molto pericolosa" e responsabile di esporre il Paese a una grave crisi.
Nel suo discorso, Qassem ha ribadito che il governo dovrebbe "affermare la propria sovranità espellendo Israele e impedendo la presenza delle sue armi sul territorio", sottolineando che "la resistenza non consegnerà le proprie armi finché continuerà l'aggressione". Ha annunciato che Hezbollah è pronto a condurre una "battaglia in stile Karbala" contro "l'aggressione israelo-americana", esprimendo piena fiducia nella vittoria.
Qassem ha inoltre criticato duramente l'atteggiamento dell'esecutivo: "Come potete accettare di facilitare l'uccisione dei vostri connazionali per vivere la vita che vi hanno promesso? Non c'è futuro per il Libano se tenterete di affrontarci: o restiamo insieme o su questa terra sarà la fine. La responsabilità sarà vostra".
Il leader di Hezbollah ha poi avvertito il governo di non coinvolgere l'esercito nella "fitna interna" (divisione settaria), elogiando il ruolo e la reputazione delle Forze Armate libanesi, i cui vertici – ha detto – "non vogliono entrare in questa spirale".
Citando sondaggi condotti nel Paese, ha affermato che l'esercito "non è in grado di respingere da solo un'aggressione israeliana", mentre i risultati della resistenza sarebbero "onorevoli".
Qassem ha anche annunciato un'intesa tra Hezbollah e il movimento Amal per rinviare le manifestazioni di piazza, allo scopo di dare spazio al dialogo sulla decisione dell'esecutivo relativa al disarmo.
Nel suo intervento ha ringraziato l'Iran "per il sostegno economico, politico e militare alla resistenza in Libano" e ha ricordato la guerra del luglio 2006, definendola "una vittoria che ha imposto una deterrenza a Israele per 17 anni". Secondo Qassem, quel successo fu "un trionfo divino" ottenuto nonostante la scarsità di mezzi e le molte forze schierate contro Hezbollah. Ha concluso affermando che "la vita, il futuro e le nuove generazioni devono essere costruiti sulla base che ogni terra e ogni tempo siano destinati alla vittoria, alla generosità e al sacrificio".


