Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha incontrato oggi, giovedì, Papa Leone XIV in Vaticano. Nel colloquio, Abbas ha espresso gratitudine al Pontefice per le sue posizioni a favore di una pace giusta in Palestina e per i ripetuti appelli volti a porre fine alle sofferenze del popolo palestinese.
Abbas ha sottolineato che le dichiarazioni di Papa Leone XIV rappresentano la continuità della politica vaticana, da sempre favorevole a una soluzione pacifica fondata sul diritto internazionale e sulla legittimità riconosciuta dalle Nazioni Unite.
Relazioni storiche e impegno condiviso
Il presidente ha ricordato la profondità delle relazioni storiche tra lo Stato di Palestina e la Santa Sede, consolidate dopo il riconoscimento ufficiale della Palestina nel 2014, la canonizzazione di due sante palestinesi e la firma del Memorandum d’intesa del 2017. Ha inoltre ribadito l’impegno comune nel sostenere e proteggere la presenza cristiana in Palestina, considerata parte integrante e millenaria dell’identità nazionale palestinese.
Situazione nei Territori Palestinesi
Abbas ha aggiornato il Papa sugli ultimi sviluppi sul campo, descrivendo il deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, l’escalation delle operazioni militari israeliane in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e le difficoltà che vive Betlemme, città natale di Gesù. Ha denunciato anche le violenze dei coloni, l’espansione degli insediamenti, e le violazioni contro i luoghi sacri cristiani e musulmani, in particolare nella Gerusalemme occupata.
Tutela dei luoghi santi e status quo
Il presidente palestinese ha ribadito l’importanza di preservare lo status storico e legale dei luoghi sacri a Gerusalemme. Ha chiesto garanzie per la libertà di culto, l’accesso ai siti religiosi e la protezione del carattere storico, culturale e spirituale della città, accusando Israele di politiche unilaterali che ne minano l’identità. Ha inoltre evidenziato i danneggiamenti subiti dalle chiese e dalle moschee, anche a Gaza, a causa del conflitto.
Priorità: cessate il fuoco e ricostruzione
Secondo Abbas, la priorità assoluta è ora consolidare il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, consentire l’ingresso degli aiuti umanitari, liberare ostaggi e detenuti, garantire il ritiro delle forze israeliane e avviare la ricostruzione del territorio. Ha chiesto di fermare ogni tentativo di annessione o espulsione forzata della popolazione, e di permettere allo Stato di Palestina di esercitare pienamente le proprie responsabilità nella Striscia.
Un comunicato della Santa Sede fa sapere che “durante il cordiale colloquio, è stata constatata l’urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto, perseguendo la prospettiva della soluzione a due Stati”.
Papa Leone, martedì sera, rispondendo alle domande dei cronisti fuori dalla sua residenza a Castel Gandolfo, ha evidenziato la fragilità della tregua a Gaza e della questione dei coloni in Cisgiordania. “Grazie a Dio – aggiungeva Leone XIV - almeno la prima fase dell’Accordo di pace ancora va avanti”. Ora, però, “bisogna cercare come passare alla seconda fase, vedere il tema del governo, come si può garantire i diritti di tutti i popoli”. Necessario, auspicava il Pontefice, è “cercare di lavorare insieme per la giustizia per tutti i popoli”. (Vatican News)


