Roma – I nuovi numeri diffusi dall’Ocse riaccendono la polemica sulla condizione economica degli infermieri italiani. Secondo le comparazioni internazionali, la retribuzione media della categoria in Italia resta tra le più basse delle economie avanzate.

Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, parla di una situazione “ormai insostenibile”: la retribuzione media calcolata sul potere d’acquisto si fermerebbe a circa 48 mila dollari all’anno, contro una media Ocse di oltre 61 mila.
Il confronto con altri Paesi europei accentua ulteriormente il divario. Germania e Spagna superano quota 73 mila dollari, mentre i Paesi nordici si attestano oltre i 75 mila. In Italia, invece, la traduzione dei dati equivale a uno stipendio annuo compreso tra 27 e 33 mila euro lordi, che in busta paga si trasformano in circa 1.450–1.750 euro netti al mese.
“Non serve essere economisti per capire che con questi salari non si riesce a trattenere personale qualificato”, afferma De Palma. La conseguenza, aggiunge, è un sistema sanitario già messo a dura prova dalla carenza di personale, con turni che diventano sempre più pesanti e un crescente numero di infermieri che sceglie il lavoro all’estero, dove la remunerazione è spesso anche il doppio.
Il sindacato punta il dito contro responsabilità politiche che, secondo De Palma, attraversano governi di ogni colore: “Sono vent’anni che si parla di valorizzazione professionale, ma la distanza con l’Europa aumenta invece di ridursi”.
La richiesta è chiara: interventi strutturali, non misure temporanee. Tra le priorità indicate dal Nursing Up figurano aumenti salariali significativi, riconoscimento delle competenze avanzate, possibilità di carriera e condizioni di lavoro adeguate ai carichi assistenziali.
“Il Servizio sanitario nazionale non può funzionare senza infermieri – conclude De Palma – e il rispetto non si esprime con slogan o bonus una tantum. La retribuzione è un indicatore concreto di riconoscimento professionale. I dati Ocse parlano da soli: ora servono risposte politiche reali”.


