Il Piano Avnir: Le Origini di una Strategia
Nell'estate del 1937, il comandante delle forze sioniste nell'area di Tel Aviv, Elimelech Slikowitz (soprannominato Avnir), ricevette un ordine diretto da David Ben-Gurion. In previsione di un eventuale ritiro britannico dalla Palestina dopo il rapporto Peel, a Avnir fu chiesto di preparare un piano per la conquista militare dell'intero territorio. Questo "Piano Avnir", sebbene iniziale, fornì la bozza fondamentale che sarebbe stata raffinata nel decennio successivo, evolvendosi infine nel decisivo Piano Dalet (o Piano D).


L'Evoluzione: Dai Piani Aleph, Bet e Gimel al Piano Dalet

A partire dal 1945, l'Haganah, la principale organizzazione paramilitare ebraica, elaborò una serie di piani strategici la cui implementazione avrebbe alterato irrevocabilmente il destino della regione.

Piano Aleph (A) - Febbraio 1945:
Progettato per reprimere la resistenza araba palestinese al progetto sionista, mirava a sostenere una dichiarazione unilaterale di indipendenza.

Piano Bet (B) - Emerge a Maggio 1947:
Una revisione del piano precedente, aggiornata per far fronte al nuovo contesto internazionale, incluso il rinvio della questione palestinese all'ONU e la crescente opposizione degli stati arabi confinanti.

Piano Gimel (C) - Emerge nel Novembre/Dicembre 1947:
Noto anche come "Piano Maggio", fu attivato in risposta al Piano di Partizione dell'ONU del 29 novembre 1947. Il suo scopo era potenziare la mobilitazione militare ebraica e preparare azioni offensive.

Tuttavia, fu il Piano Dalet, finalizzato nel marzo 1948, a rappresentare il punto di svolta più significativo. Il suo obiettivo dichiarato era espandere il controllo del territorio ebraico oltre i confini previsti dal piano dell'ONU, assicurando il dominio su un'area continuativa e difendibile in vista della fine del Mandato Britannico.


Il Contesto: Il Piano di Partizione dell'ONU e il Blocco di Gerusalemme
Il 29 novembre 1947, le Nazioni Unite votarono per approvare il Piano di Partizione della Palestina, che poneva fine al Mandato britannico e raccomandava la creazione di uno Stato arabo e di uno Stato ebraico. Subito dopo l'approvazione del piano di Partizione da parte delle Nazioni Unite, la comunità ebraica espresse gioia, mentre la comunità araba espresse malcontento. Il perché è facile comprenderlo.

Gerusalemme e Betlemme erano fuori dal piano di spartizione, il resto del territorio venne assegnato per il 56% agli ebrei e per il 44% agli arabi palestinesi, nonostante questi ultimi rappresentassero i due terzi della popolazione. Non solo. Nel territorio ebraico, la popolazione presente era all'incirca composta per metà da arabi e per metà da ebrei, con quest'ultimi concentrati solo nel 10% del territorio assegnato.

Il giorno dopo il voto, una serie di attacchi arabi causò la morte di almeno otto ebrei, uno a Tel Aviv sotto il fuoco dei cecchini e sette in imboscate su autobus civili, che furono dichiarate rappresaglie per un raid del Lehi (uno dei due movimenti terroristici ebraici che avevano operato perché il Regno Unito abbandonasse il mandato suggerendo una spartizione del territorio invece che un'unico Stato come consigliato nel 3° libro bianco del 1939) di dieci giorni prima. 

Successivamente, prese forma da parte degli ebrei il piano di acquisizione e pulizia etnica per acquisire il territorio assegnato ai palestinesi e cacciare la popolazione da quello che sarebbe diventato a breve lo Stato di Israele. A seguito di ciò, a difesa dei palestinesi, si formò un Esercito Arabo di Liberazione, composto per lo più da volontari provenienti da paesi arabi (pochi erano i militari, escludendo quelli della Giordania che operarono solo per difendere Gerusalemme), ciascuno attivo in una varietà di settori distinti attorno alle diverse città costiere.

Piano Dalet: Obiettivi e Tattiche Controversie

Il Piano Dalet segnò la trasformazione dell'Haganah da milizia clandestina a esercito regolare. I suoi obiettivi includevano:

  • Il controllo delle aree assegnate allo stato ebraico dall'ONU.
  • La protezione degli insediamenti ebraici al di fuori di quei confini.
  • L'occupazione delle stazioni di polizia e delle basi britanniche abbandonate.

Le sezioni più controverse del piano riguardavano le operazioni contro i centri abitati arabi. Il testo originale, come pubblicato negli archivi dell'Haganah, ordinava:

  • La distruzione di villaggi difficili da controllare.
  • Operazioni di ricerca e controllo che prevedevano l'accerchiamento dei villaggi e, in caso di resistenza, la distruzione delle forze armate e l'espulsione della popolazione oltre i confini.
  • La confisca di armi e veicoli e la nomina di amministratori ebrei per i villaggi occupati.

Storici come Ilan Pappé hanno analizzato a fondo queste direttive, sostenendo che il piano andasse oltre la pura difesa, delineando una strategia sistematica per il controllo del territorio attraverso la de-popolazione araba.


Implementazione e Conseguenze: Dalla Teoria alla Realtà

L'implementazione del Piano Dalet iniziò nell'aprile 1948 con l'Operazione Nachshon, che ruppe temporaneamente l'assedio di Gerusalemme. Questo segnò il passaggio dell'Haganah dalla difesa all'offensiva.

Nei mesi successivi, una serie di operazioni militari (Operazione Yiftach in Galilea, Operazione Ben-Ami nel nord-ovest, Operazione Kilshon a Gerusalemme) portò alla conquista di centri urbani chiave come Haifa, Giaffa, Safed e Tiberiade. L'evento più traumatico fu il massacro di Deir Yassin del 9 aprile 1948, compiuto da Irgun e Lehi (con complicità dell'Haganah), che amplificò il panico tra la popolazione araba e accelerò l'esodo. Un mese dopo fu messo in atto un massacro ancora più grave nei confronti di palestinesi di Tantura.


Operazione Nachshon

1 aprileCreare un corridoio che colleghi Tel Aviv a Gerusalemme; dividere in due la parte principale dello stato arabo proposto dall'ONU
Territori assegnati al futuro Stato arabo

Operazione Harel
15 aprileContinuazione di Nachshon, focalizzata sui villaggi arabi vicino a Latrun
Territori assegnati al futuro Stato arabo

Operazione Bi'ur Hametz o Operazione Misparayim
21 aprileConquistare Haifa e sconfiggere la sua popolazione araba
Territori assegnati al futuro Stato ebraico

Operazione Yevusi o Operazione Jevussi
27 aprileDistruggere l'anello di villaggi arabi che circondano Gerusalemme; controllare le strade da Gerusalemme a nord verso Ramallah , a est verso Gerico e a sud verso Betlemme
Corpus separatum

Operazione Hametz
27 aprileDistruggere i villaggi arabi intorno a Giaffa
Territori assegnati al futuro Stato arabo

Operazione Yiftach
28 aprileRimuovere gli arabi e consolidare il controllo di tutta la Galilea orientale
Territori assegnati al futuro Stato ebraico

Operazione Matateh
3 maggioDistruggere i villaggi arabi e sgomberare le forze arabe tra Tiberiade e la Galilea orientale [ 16 ]
Territori assegnati al futuro Stato ebraico

Operazione Maccabi
7 maggioDistruggere i villaggi arabi e sgomberare le forze arabe vicino a Latrun , penetrare a Ramallah [ 16 ]
Territori assegnati al futuro Stato arabo

Operazione Gideon
11 maggioCacciare le forze arabe e le comunità beduine semi-sedentarie e occupare la zona della valle di Beisan [ 16 ]
Territori assegnati al futuro Stato ebraico

Operazione Barak
12 maggioDistruggere i villaggi arabi a Burayr sulla strada per il Negev
Territori assegnati al futuro Stato ebraico

Operazione Ben'Ami
14 maggioOccupare Acri e rimuovere gli arabi dalla Galilea occidentale
Territori assegnati al futuro Stato arabo

Operazione Kilshon o Operazione Pitchfork
14 maggioSgomberare le forze arabe e occupare i quartieri residenziali arabi nella Città Nuova di Gerusalemme
Corpus separatum

Operazione Shfifon
14 maggioRompere l'assedio al quartiere ebraico e occupare la Città Vecchia di Gerusalemme
Corpus separatum

La messa in atto del piano Dalet fu uno strumento di conquista militare e pulizia etnica. Le operazioni sistematiche portarono alla cacciata forzata dei palestinesi, alla distruzione dei loro villaggi e alla presa di città strategiche, segnando una svolta drammatica nella storia del conflitto israelo-palestinese. Circa 800.000 arabi palestinesi divennero profughi, a seguito di una strategia criminale che è ricordata nella narrazione palestinese come Nakba ("catastrofe"). Centinaia di villaggi furono completamente distrutti e cancellati dalla mappa.

I responsabili non sono sconosciuti – sono un gruppo specifico di persone: gli eroi della guerra ebraica d’indipendenza, i cui nomi sono noti alla maggior parte dei lettori. Il primo è quello dell’indiscusso leader del movimento sionista, David Ben Gurion, nella cui residenza furono discussi e completati i primi e gli ultimi capitoli della storia della pulizia etnica. Lo aiutò un piccolo gruppo di persone, riunito in gran segreto con il solo scopo di progettare e pianificare l’espropriazione dei palestinesi. 

Questa cricca preparò i piani per la pulizia etnica e ne controllò l’esecuzione fino allo sradicamento di metà della popolazione autoctona palestinese. Ne facevano parte in primo luogo gli ufficiali di più alto grado dell’esercito del futuro Stato ebraico, come i leggendari Yigael Yadin e Moshe Dayan. A loro si univano personaggi poco conosciuti fuori d’Israele, ma profondamente radicati nel sentimento popolare, come Yigal Allon e Yitzhak Sadeh. 

Sia gli ufficiali che gli esperti erano assistiti da comandanti regionali, come Moshe Kalman, che ripulì la zona di Safad, e Moshe Carmel, che spopolò la maggior parte della Galilea. Yitzhak Rabin operò tanto a Lyyd quanto a Ramla, come pure nell’area della Grande Gerusalemme. Costoro che sono conosciuti come eroi di guerra hanno commesso crimini contro il popolo nativo della Palestina. Tra gli altri comandanti regionali troviamo Shimon Avidan, che operò nel Sud e che Rehavam Zeevi – suo compagno di battaglie – ricordava molti anni dopo come «Comandante della brigata Givati, che ripulì il fronte da decine di villaggi e città». Era assistito da Yitzahak Pundak, che nel 2004 dichiarò su «Ha’aretz»: «C'erano duecento villaggi [sul fronte] e sono stati spazzati via. Abbiamo dovuto distruggerli altrimenti avremmo avuto qui gli arabi [cioè nella parte meridionale della Palestina] come li abbiamo in Galilea. Avremmo avuto un altro milione di palestinesi».

L'attuale genocidio in atto nei confronti del popolo palestinese a Gaza, a Gerusalemme est e in Cisgiordania è il completamento di un piano iniziato quasi 80 anni fa.