Il riscaldamento globale ha ormai superato una soglia critica: un aumento della temperatura media globale di almeno +1,5°C è diventato inevitabile. È questa la conclusione – netta, inequivocabile – di un rapporto appena pubblicato sulla rivista Earth System Science da un consorzio internazionale di scienziati.

Il documento rappresenta un aggiornamento dettagliato sullo stato di salute del pianeta, e le sue conclusioni non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: tutte le spie sono rosse.

Il rapporto è il frutto del lavoro congiunto di 61 autori appartenenti a 54 istituti e organizzazioni, distribuiti in 17 paesi. Molti di loro sono nomi noti nel panorama scientifico internazionale e hanno partecipato alla stesura dell’ultimo ciclo di rapporti del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), pubblicati tra il 2021 e il 2023.

Per il terzo anno consecutivo, gli scienziati hanno aggiornato dieci “indicatori chiave” del cambiamento climatico, tra cui le emissioni di gas serra, l’impatto umano sul riscaldamento globale, l’innalzamento del livello dei mari e il cosiddetto budget di carbonio residuo – ovvero la quantità di CO₂ che possiamo ancora permetterci di emettere per restare sotto i limiti di temperatura fissati dagli accordi internazionali.

«Questo monitoraggio dello stato del clima e dell’influenza umana è importante, perché è una bussola e un sistema di navigazione per capire a che punto siamo», afferma Valérie Masson-Delmotte, paleoclimatologa e direttrice di ricerca presso il Commissariato per l’Energia Atomica francese (CEA), nonché coautrice del rapporto.

Il problema, secondo i ricercatori, è anche la lentezza con cui arrivano gli aggiornamenti ufficiali. «Questo monitoraggio regolare consente di colmare una lacuna legata al ritardo di pubblicazione dei rapporti dell’IPCC», aggiunge Aurélien Ribes, climatologo del Centro nazionale francese di ricerche meteorologiche. Il prossimo ciclo di rapporti IPCC, infatti, non sarà disponibile prima del 2028-2029.

Nel frattempo, la realtà è sotto gli occhi di tutti: i dati scientifici continuano a confermare una tendenza inequivocabile verso un futuro sempre più caldo, instabile e vulnerabile. E non si tratta più di avvertimenti o scenari ipotetici: stiamo vivendo le conseguenze in tempo reale. Ora più che mai, servono azioni drastiche, immediate e coordinate su scala globale. Perché la finestra per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico si sta chiudendo. E non tornerà a riaprirsi.