Testimonianza dell'on. Laura Boldrini dalla Cisgiordania - Ieri [giovedì 27 novembre, ndr], dopo una giornata in cui abbiamo incontrato il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese Mohammad Mustafa a Ramallah, siamo andati a Gerico dove ci spettavano il sindaco e i rappresentanti della comunità locale.
Stavamo ritornando verso Gerusalemme, quando all'altezza del check-point del villaggio di Hizma, abbiamo udito forti boati: si trattava di bombe stordenti lanciate dalle forze IDF contro le auto ferme davanti a noi al check-point stesso.
Il pulmino su cui viaggiavamo ha svoltato rapidamente imboccando una strada laterale, dove ci siamo poi fermati. In quel momento abbiamo informato della situazione il personale dell’ambasciata e il console che a loro volta hanno avviato i contatti con le autorità israeliane. Una famiglia palestinese ci ha offerto temporaneamente riparo nella propria abitazione.
Appena l'esercito israeliano ha riaperto il check-point ci siamo rimessi in marcia sul nostro pulmino verso Gerusalemme, esattamente come tutte le altre macchine bloccate.
Superato il check-point, lungo la strada per Gerusalemme, abbiamo incrociato il console Domenico Bellato. Non c'è stato alcun nostro trasferimento su auto blindate scortate dal Cogat, al contrario di quello che sorprendentemente ha affermato il ministero degli Esteri in una nota.
Delle drammatiche condizioni del popolo palestinese nei territori occupati della Cisgiordania, dove gli attacchi dell’esercito israeliano e la violenza dei coloni contro i civili inermi aumentano in modo allarmante e nella totale impunità, parleremo durante una conferenza stampa che si terrà martedì 2 dicembre alle ore 11 presso la sala Berlinguer del gruppo del Pd alla Camera dei Deputati (Via degli uffici del vicario 21).
Mentre dei parlamentari denunciano l'apartheid in corso nella Cisgiordania occupata illegalmente da quasi 60 anni dallo Stato canaglia di Israele, contemporaneamente la propaganda (sicuramente finanziata da lobby ebraiche o direttamente dallo Stato ebraico) promuove la disinformazione a supporto dei crimini commessi dagli israeliani, esercito, polizia e coloni.
Quello riportato di seguito è uno dei tanti esempi:
La dichiarazione sulla Cisgiordania dei ministri degli Esteri di Francia, Italia, Germania e Regno Unito (dunque c'è anche l'immancabile Tajani) dimentica un dettaglio importante. Non solo non nominano mai Giudea e Samaria, usando solo il termine arabo di Cisgiordania, ma non tengono conto della condizione di centinaia di migliaia di ebrei che ci vivono, perennemente sotto assedio. Condannano le violenze dei "coloni" quali unici responsabili della tensione, ma dimenticano che il progetto di Stato palestinese include anche la pulizia etnica totale di tutti gli ebrei che vivono in quei territori.I ministri degli Esteri di Francia, Italia, Germania e Regno Unito avrebbero potuto esprimere la propria preoccupazione per la situazione in Giudea e Samaria (la cosiddetta Cisgiordania), ma senza lasciarsi andare all’inattuale vagheggiamento dei due Stati “che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza”.Avrebbero potuto condannare le violenze di cui si rendono responsabili alcune minoranze tra i coloni, ma senza partecipare alla rappresentazione comune secondo cui sarebbero esclusivamente quelle aggressioni a rendere esplosiva la situazione.Avrebbero potuto (anche se non si sa bene a quale titolo) reclamare una diversa gestione degli insediamenti da parte di Israele, ma senza condividere le pretese di decontaminazione ebraica su cui si fondano alcuni decenni di retorica dell’autodeterminazione palestinese.Quei quattro, con una dichiarazione congiunta dell’altro giorno, hanno invece deciso di contribuire all’inesausta propaganda secondo cui i problemi di quelle regioni disputate sarebbero “i coloni” e le pratiche di insediamento.Ma una verità che i moniti di quel quartetto rigorosamente evitano di ricordare è che i responsabili delle violenze – certamente intollerabili, e che Israele non previene e reprime come dovrebbe – sono alcune centinaia di estremisti, non certo le centinaia di migliaia di residenti ebrei.Un’altra, pure accantonata, è che “i coloni” (categoria che in modo indiscriminato è identificata come omogenea realtà esclusivamente criminale) vivono nell’assedio di violenze e minacce davvero non meno gravi, non meno frequenti e non meno numerose, anzi, rispetto a quelle commesse da pochi criminali ebrei contro gli arabi.Un’altra ancora – ed è tra le più ingiustamente trascurate – è che gli insediamenti sono giudicati “illegali” in linea di principio e, di nuovo, indiscriminatamente, ma senza nessuna base giuridica per considerarli tali.Si può discutere del fatto che siano politicamente opportuni e se ne può condannare la moltiplicazione, appunto, da parte di chi ritiene – a torto o a ragione – che pregiudichino soluzioni di convivenza.Ma tutt’altra cosa è accreditare che la pace nella cosiddetta West Bank debba legittimamente ottenersi tramite il repulisti di centinaia di migliaia di ebrei.Ed è proprio questo che si fa con certe dichiarazioni.Indurre Israele a farsi carico in modo più fermo ed efficace della gestione dell’infinita crisi nella regione è molto difficile se non ci si fa carico di riconoscere quelle altre verità: e cioè che il problema non sono i coloni, bensì pensare che il problema siano i coloni.Serve ricordare che a Gaza non c’era più un ebreo da diciassette anni?
Le oscenità, o se preferite bestialità, sopra riportate sono state scritte da tal Iuri Maria Prado e pubblicate sul quotidiano Il Riformista. La Cisgiordania è territorio palestinese. Giudea e Samaria non esistono nel diritto internazionale. Le colonie israeliane a Gerusalemme est e in Cisgiordania sono illegali (oltretutto abitabili solo dagli ebrei israeliani) e illegali sono i residenti, al di là che siano o meno terroristi ebrei (come gli appartenenti ai movimenti tipo Giovani delle colline).
Ribaltare la realtà, come dimostra il testo precedente, è la prassi quotidiana di gran parte degli ebrei diasporici, che in Italia ben vengono supportati in tali iniziative dai loro rappresentanti dell'UCEI e di altre associazioni o movimenti. Sono coloro che si fanno scudo della shoah e ti accusano di antisemitismo per scusare e supportare i crimini di Israele, giustificati perché Stato ebraico.
Quando la maggioranza dell'opinione pubblica inizierà a rendersi conto delle menzogne che finora sono state raccontate loro da questi sostenitori e pertanto complici dei crimini dello Stato ebraico, sarà sempre troppo tardi.


