Gli Stati Uniti hanno sequestrato una grande petroliera al largo della costa venezuelana, un'azione che il presidente Donald Trump ha giustificato come un passo per intensificare la pressione sul governo di Nicolás Maduro. L'operazione segna un netto salto di livello nella strategia statunitense contro Caracas.

Trump ha affermato che l'imbarcazione è “la più grande mai sequestrata” dagli USA. Il Dipartimento della Giustizia, attraverso la procuratrice generale Pam Bondi, ha diffuso un video che mostra l'assalto armato condotto da elicotteri e forze speciali. Bondi ha descritto la nave come un tanker impiegato per trasportare petrolio venezuelano e iraniano sottoposto a sanzioni.

Caracas: “Pirateria internazionale”
Il governo venezuelano ha condannato ferocemente l'azione, definendola un atto di pirateria. Maduro, parlando poche ore prima, aveva ribadito che il Venezuela non sarebbe mai diventato una “colonia petrolifera”, accusando Washington di voler depredare le immense risorse energetiche del Paese.

Negli ultimi mesi la Casa Bianca ha intensificato le pressioni su Maduro, indicando Caracas come responsabile di traffici di droga diretti negli Stati Uniti. Il governo venezuelano risponde sostenendo che l'obiettivo reale degli USA sia il controllo del petrolio nazionale.

L'operazione militare
Il sequestro è stato coordinato da FBI, Dipartimento della Difesa, Homeland Security e Guardia Costiera. Secondo il materiale diffuso, un elicottero militare ha sorvolato la petroliera mentre uomini armati si calavano sul ponte. Un ufficiale statunitense ha confermato che gli elicotteri erano partiti dalla USS Gerald Ford, la più grande portaerei al mondo, dispiegata recentemente nei Caraibi.

L'operazione ha coinvolto due elicotteri, dieci membri della Guardia Costiera, dieci Marines e unità speciali. Fonti interne al Pentagono indicano che la Casa Bianca sta valutando operazioni simili in futuro.

Quando i giornalisti hanno chiesto che fine farà il petrolio sequestrato, Trump ha risposto in modo diretto: gli Stati Uniti lo tratterranno.

La petroliera Skipper
La nave, identificata come Skipper dalla società di analisi marittime Vanguard Tech, sembra aver “giocato” per lungo tempo sulla propria posizione, trasmettendo localizzazioni false. 

Già nel 2022 il Dipartimento del Tesoro USA aveva sanzionato la nave per presunto coinvolgimento in traffici illeciti di petrolio che avrebbero finanziato Hezbollah e la Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione iraniani.

La Skipper risulta formalmente gestita dalla nigeriana Thomarose Global Ventures Ltd, mentre il proprietario registrato è la società Triton Navigation Corp, con sede nelle Isole Marshall. Recenti dati di navigazione la collocano in precedenza nei porti di Iran, Iraq ed Emirati Arabi, ma la sua rotta effettiva potrebbe essere molto diversa a causa della manipolazione dei segnali AIS.

Le Guyana ha smentito che la nave fosse registrata sotto la sua bandiera, accusando l'equipaggio di aver issato illegalmente i suoi colori.

Reazioni venezuelane e clima politico
Il governo venezuelano parla di “crimine internazionale” e di atto ostile. Diosdado Cabello, una delle figure più influenti del chavismo, ha accusato gli Stati Uniti di comportarsi come “pirati e assassini”, paragonando l'azione a un film di pirateria ma sottolineando che, a differenza degli eroi cinematografici, Washington agirebbe come criminali di alto mare.

Durante una manifestazione, Maduro ha rivolto un messaggio agli statunitensi contrari a un conflitto con il Venezuela, usando come riferimento un noto brano musicale degli anni '80, invitando simbolicamente alla calma e opponendosi alla guerra.

Crescente militarizzazione nel Mar dei Caraibi
Il sequestro del tanker arriva in un momento delicato: gli Stati Uniti hanno aumentato significativamente la loro presenza militare nel Mar dei Caraibi, posizionando la USS Gerald Ford e migliaia di soldati a distanza di attacco dalle coste venezuelane. Questa mossa alimenta speculazioni su una possibile escalation.

Da settembre, gli USA hanno effettuato almeno 22 attacchi contro imbarcazioni accusate di narcotraffico nella regione, con oltre 80 morti confermati.

Uno scenario in rapido deterioramento
Il sequestro della Skipper rappresenta un nuovo capitolo nella tensione tra USA e Venezuela. Sul piano economico, la notizia ha spinto leggermente al rialzo i prezzi del Brent, mentre gli analisti avvertono che la situazione potrebbe mettere a rischio le rotte commerciali e aggravare le difficoltà delle esportazioni venezuelane.

Per ora, il messaggio degli Stati Uniti è chiaro: le operazioni contro ciò che considerano traffici illeciti non si fermeranno. Caracas, dal canto suo, vede un tentativo di strangolare il Paese e impossessarsi delle sue risorse.
Il rischio di un'escalation militare più ampia non è più un'ipotesi remota.