Dublino si trova attualmente sotto una crescente ondata di disordini e tensioni, scaturiti il giorno successivo alla notizia di una violenza sessuale contro una bambina di 10 anni, da parte di un richiedente asilo di 26 anni.
La bambina sarebbe stata aggredita nelle vicinanze o all’interno della struttura dell’hotel Citywest, situato nella zona di Saggart, a sud-ovest della capitale irlandese. L’hotel Citywest è un grande complesso alberghiero che ospita famiglie e studenti, inseriti nel programma di protezione internazionale gestito dal governo irlandese, dedicato ai richiedenti asilo.
La sera di lunedì, davanti alla struttura si era svolta una piccola manifestazione pacifica, senza incidenti. Tuttavia, la notte successiva, martedì, la situazione è peggiorata drasticamente: gli appelli social dell'estrema destra hanno radunato una folla molto più numerosa che ha iniziato a lanciare pietre, coni stradali e altri oggetti contro le forze dell’ordine.
I manifestanti hanno tentato di violare il cordone di polizia attaccando anche con dei sulky (carretti) trainati da cavalli ed alcuni erano armati di forconi e attrezzi da giardino.
Anche un veicolo della polizia è stato incendiato.
Secondo quanto riportato dall’emittente RTÉ, i manifestanti erano circa 2.000 e alcuni di loro sventolavano bandiere irlandesi mentre portavano cartelli con messaggi contro l’immigrazione. La Garda Síochána, la polizia irlandese, ha dichiarato che gli agenti sono stati sottoposti a "violenza continua", mentre i manifestanti lanciavano mattoni, bottiglie di vetro e fuochi d'artificio.
Questa escalation di violenza ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui cinque minorenni.
Il ministro della Giustizia e delle Migrazioni, Jim O’Callaghan, ha condannato fermamente i disordini, affermando: "Purtroppo, l'uso di un crimine come arma da parte di persone che desiderano seminare dissenso nella nostra società non è inaspettato. La protesta pacifica è un pilastro della nostra democrazia. La violenza, invece, no."
Negli ultimi anni, le manifestazioni contro immigrati e rifugiati sono diventate un fenomeno frequente, alimentate da accuse che attribuiscono agli arrivi di migranti la responsabilità di aggravare la crisi abitativa e di aumentare la criminalità.
Attivisti di estrema destra hanno sfruttato social media e raduni pubblici per diffondere il messaggio secondo cui "l'Irlanda è stufa", alimentando ulteriormente il clima di ostilità.
Nel novembre 2023, il centro di Dublino è stato teatro di rivolte scoppiate dopo che un uomo, un richiedente asilo di 26 anni, aveva accoltellato tre bambini fuori da una scuola elementare. A giugno, una folla aveva preso di mira gli stranieri a Ballymena, nell’Irlanda del Nord, in seguito a un’altra presunta violenza sessuale.
Questi episodi si inseriscono in un quadro di crescente tensione sociale, che coinvolge anche il Regno Unito e l’Irlanda del Nord, dove proteste anti-migranti hanno spesso preso di mira hotel e strutture dedicate ai richiedenti asilo.
Molti osservatori avvertono che un caso giudiziario tragico, come quello che ha scatenato le violenze, rischia di diventare un ulteriore pretesto per dividere un Paese che fatica a trovare una risposta condivisa a problemi complessi legati all’immigrazione, alla sicurezza e all’integrazione

