L’importanza di educare i ragazzi ai limiti dell’Intelligenza Artificiale
Occorre pensare con urgenza di gestire l'Ai nelle scuole sia ai fini educativi che relazionali.
Intervista a Luca Gorlero
Luca Gorlero, imprenditore italiano con lunga esperienza internazionale, cresciuto intellettualmente nella Silicon Valley dove ha acquisito l’MBA e ultimamente esperto di mercati emergenti e operativo negli Emirati Arabi, ha le idee chiare sull’intelligenza artificiale e il suo pensiero è di aiuto a chi si pone oggi tante domande con dubbie risposte.
Le capacità di Luca Gorlero e il suo sapere relativo all’AI, (Artificial Intelligence), lo vedono in una posizione di osservatore privilegiato. L’AI può darci molto e cambiare radicalmente le vita delle giovane generazioni. A queste ultime è rivolto il suo pensiero. Educare i giovani ai limiti dell’intelligenza artificiale è il suo obiettivo.
«È necessario dare ai ragazzi gli strumenti per capire i limiti dell’intelligenza artificiale e mostrare loro i problemi che pone di ordine etico e filosofico, in una parola Umanistico», inizia a spiegare Luca Gorlero. «Voglio ricordare quanto scritto da Isaac Asimov, nella sua opera Foundation, per me fonte di ispirazione, ove il celebre autore di libri di fantascienza offre spunti per il presente». Gorlero fa riferimento a una storia emblematica della letteratura fantascientifica degli anni Quaranta. Il particolare narrativo, a cui si riferisce Luca Gorlero, è l’idea di Isaac Asimov di narrare la creazione e le gesta di un'organizzazione dedita alla conservazione e al ripristino della conoscenza umana, questa organizzazione si chiama Foundation.
«Bisogna capire i corsi e ricorsi storici» continua Luca Gorlero. «Se non diamo ai giovani gli strumenti per comprendere i limiti dell’intelligenza artificiale, non diamo loro gli strumenti per capire il futuro». L’esperienza internazionale di Gorlero offre una visione davvero ampia della penetrazione dell’AI nel mondo dell’economia e del sociale. È su quest’ultimo aspetto che il nostro esperto pone la sua attenzione: «Potersi posizionare nel futuro e porsi le domande giuste oggi sono due aspetti chiave. Se non ci si muove bene ora si rischia di diventare schiavi della tecnologia, mentre solo pochi avranno le risorse necessarie per modulare quello che l’AI ci dirà e ci indicherà di fare. Pochi potranno influenzare tantissimi, in modo subdolo».
L’allarme è percepibile, si respira ogni volta che si nomina l’intelligenza artificiale con i suoi fan e i suoi detrattori. Ma qui non si tratta di essere pro o contro l’AI, si tratta piuttosto di conviverci. «Secondo me il vero rischio è di incorrere in una ricaduta in una sorta di Medioevo Tecnologico, dove la differenza la fanno i mezzi, ma socialmente ci si ritrova con schiavi moderni e feudatari di uno spazio virtuale potentissimo». Queste parole di Luca Gorlero non devono spaventare, siamo in tempo per convivere bene con l’AI. Come? Lo chiediamo a lui, per capire meglio: «Se non ci sarà un movimento per rivalutare l’umanesimo e prevarrà l’interesse nello sviluppare ottimi consumatori senza coscienza di sé, si rischia di prendere l’AI come un dato di fatto, un oracolo da seguire, una sorta di nuova chiesa... Sarebbe un vero peccato».
Quindi? «Riunire in un movimento in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica tutti coloro che che vorrebbero spingere nella direzione dell’educazione all’Umanesimo». Tecnici, filosofi, insegnanti, programmatori, scrittori, giornalisti, cantanti... ognuno potrebbe fare la sua parte. Per cominciare Luca Gorlero lancia questa proposta per capire quanti siamo.


