CHE GIOVAMENTO NE AVREBBE AVUTO LA CIA
Durante la Guerra Fredda, la CIA aveva interesse a screditare l’URSS. Un attentato al Papa, figura simbolo dell’anticomunismo, attribuito al KGB o ai suoi alleati bulgari, avrebbe galvanizzato l’opinione pubblica occidentale, rafforzando la narrazione degli Stati Uniti come difensori della libertà contro il “male sovietico”.
La pista bulgara, emersa rapidamente dopo l’attentato, si adattava perfettamente a questa strategia, dato il noto legame tra i servizi bulgari (DS) e il KGB.
Infatti Wojtyła, con il suo sostegno attivo a Solidarnodsc tramite lo IOR, rappresentava una variabile imprevedibile. Sebbene fosse un alleato ideologico, il suo attivismo in Polonia rischiava di provocare un’escalation con l’URSS (es. un intervento militare sovietico), destabilizzando l’equilibrio della Guerra Fredda. §
Eliminare il Papa e incolpare l’URSS poteva servire a neutralizzare questa minaccia, rafforzando al contempo la posizione USA senza assumersi direttamente la colpa.
Protezione di interessi finanziari opachi: Lo IOR, sotto Paul Marcinkus, era coinvolto in operazioni finanziarie complesse, legate al Banco Ambrosiano e alla loggia P2, che potevano intersecarsi con interessi occidentali.
Un Papa troppo interventista rischiava di esporre tali reti, danneggiando ambienti vicini alla CIA. Un attentato attribuito all’URSS avrebbe distolto l’attenzione da queste connessioni.
C'ERANO I MEZZI E LE RISORSE
La CIA aveva le risorse e l’esperienza per orchestrare un’operazione coperta sofisticata. Durante la Guerra Fredda, operazioni di false flag (es. Gladio) erano comuni per manipolare eventi politici in Europa. Ağca, con i suoi legami ai Lupi Grigi turchi, poteva essere reclutato o manipolato come sicario, con la pista bulgara costruita ad arte per deviare i sospetti verso l’URSS.
La rapidità con cui la pista bulgara emerse, alimentata da fonti occidentali (es. Claire Sterling nel libro The Time of the Assassins, 1983), suggerisce una possibile regia informativa. La CIA poteva contare su reti di intelligence alleate, come il SISMI, per diffondere narrazioni utili.
La CIA poteva sfruttare il contesto italiano, dove operava in stretta collaborazione con il SISMI e aveva influenza su ambienti come la P2, per garantire copertura logistica e depistaggi.
I VANTAGGI DI QUESTA OPERAZIONE
Un attentato attribuito all’URSS avrebbe avuto un impatto propagandistico devastante, screditando il blocco sovietico e rafforzando la NATO. Inoltre, eliminare Wojtyła poteva ridurre il rischio di un’escalation in Polonia, mantenendo l’equilibrio geopolitico. La pista bulgara, con Ağca che fece dichiarazioni in tal senso durante la detenzione, si adattava a un’operazione di intelligence volta a creare una narrazione credibile contro l’URSS.
Rischi: Orchestrare un attentato al Papa era un’operazione ad altissimo rischio.
Se scoperta, avrebbe distrutto la credibilità degli Stati Uniti, alienando l’opinione pubblica cattolica e i governi alleati, specialmente in Italia.
Un fallimento, come avvenne, avrebbe rafforzato l’immagine di Wojtyła come martire, amplificandone l’influenza globale, come effettivamente accadde. Inoltre, la CIA avrebbe dovuto coordinare un’operazione complessa senza lasciare tracce, un’impresa difficile anche per un’agenzia esperta.
Wojtyła era un alleato chiave contro il comunismo. Eliminarlo rischiava di indebolire la causa anticomunista, a meno che la CIA non fosse convinta che un Papa martirizzato e un’URSS screditata avrebbero avuto un impatto maggiore. Questo calcolo, però, appare azzardato, dato che Wojtyła vivo era già una figura potente.
Ruolo del SISMI e contesto italiano con l'interazione della CIA
Il SISMI, servizio di intelligence militare italiano, operava in stretta collaborazione con la CIA, soprattutto in operazioni anticomuniste come Gladio. In Italia, un paese strategico della NATO, la CIA aveva una forte influenza su apparati di sicurezza e ambienti politici. Un’operazione orchestrata dalla CIA avrebbe probabilmente coinvolto il SISMI, almeno a livello logistico o di depistaggio.
La loggia P2, con figure come Licio Gelli, aveva infiltrato il SISMI e aveva legami con lo IOR e il Banco Ambrosiano. Se la CIA avesse voluto orchestrare l’attentato, la P2 poteva fungere da intermediario per reclutare Ağca o gestire la pista bulgara. Ad esempio, Francesco Pazienza, ex agente SISMI legato alla P2, contribuì alla narrativa della connessione bulgara, suggerendo un possibile ruolo di supporto (fonte: Wikipedia, Attempted assassination of Pope John Paul II).
Le motivazioni del Sismi potevano essere la protezione di interessi opachi: Il SISMI, infiltrato dalla P2, poteva temere che Wojtyła, con la sua moralità rigorosa, indagasse sulle attività dello IOR, esponendo scandali finanziari legati a Calvi, Gelli e ambienti mafiosi. Un attentato attribuito all’URSS avrebbe distolto l’attenzione da queste reti.
Allineamento con la CIA: Se la CIA avesse pianificato l’attentato, il SISMI avrebbe potuto fornire supporto logistico (es. sorveglianza, informazioni su Piazza San Pietro) o contribuire a costruire la pista bulgara, come suggerito dalle dichiarazioni di Ağca dopo i contatti con agenti SISMI in carcere.
Controllo del contesto italiano: L’Italia, segnata dagli anni di piombo, era vulnerabile a operazioni di destabilizzazione. Un attentato al Papa, attribuito all’URSS, poteva rafforzare la destra anticomunista e consolidare il controllo delle élite legate alla P2.
Il SISMI aveva la capacità di operare in Italia e sfruttare reti deviate come la P2, ma un ruolo diretto come mandante è improbabile. Più plausibile è che abbia agito come supporto alla CIA o come facilitatore di depistaggi, ad esempio influenzando Ağca per puntare il dito contro la Bulgaria.


