Un gruppo di ricercatori dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria, guidato da David Freire-Obregón, ha sviluppato un modello di deep learning capace di prevedere la direzione di un calcio di rigore — sinistra, destra o centro — con una precisione superiore a quella dei portieri professionisti.

Come funziona l’IA dei rigori
Il team ha analizzato circa seicento video di rigori reali, estratti da oltre un migliaio di clip provenienti da campionati spagnoli. Dopo aver scartato i filmati di scarsa qualità, i ricercatori hanno utilizzato 640 video in alta definizione per addestrare 22 diverse architetture di rete neurale, con l’obiettivo di predire la direzione del tiro prima che il piede del giocatore colpisse il pallone.

Il miglior modello ha raggiunto una precisione del 52%, superando la media dei portieri reali, che si attesta intorno al 46%. Eliminando la possibilità del tiro centrale, la precisione dell’IA sale al 64%, contro il 54% degli umani nelle stesse condizioni.

La chiave del successo? L’algoritmo riesce a cogliere micro-segnali corporei impercettibili all’occhio umano: postura, angolo di corsa, inclinazione del busto e posizione del piede. Dettagli minimi, ma sufficienti a rivelare — con largo anticipo — dove finirà il pallone.

Dalla teoria al campo: possibili applicazioni
Lo studio non è stato pensato come semplice curiosità accademica. L’obiettivo è migliorare l’allenamento dei portieri, offrendo strumenti in grado di analizzare i rigori subiti e individuare schemi ricorrenti nei tiratori avversari.

In partita, l’uso diretto di un sistema predittivo in tempo reale sarebbe complesso: la latenza dei calcoli e i vincoli regolamentari rendono difficile un’applicazione istantanea. Tuttavia, un assistente tecnico potrebbe utilizzare l’IA nei secondi precedenti al tiro per fornire al portiere indicazioni strategiche basate su dati oggettivi.

C’è però un limite: le previsioni si basano su dati storici, e i calciatori — una volta consapevoli dei modelli — potrebbero cambiare comportamento, inventando strategie anti-predittive per confondere l’algoritmo.

Limiti, sfide e questioni etiche
Un precedente studio della Cornell University ha ottenuto risultati ancora più impressionanti, arrivando a prevedere correttamente fino all’89% dei tiri. Tuttavia, quei test si sono svolti in condizioni controllate e non su rigori reali in partita, dove la componente psicologica, la pressione del pubblico e i fattori ambientali rendono tutto molto più caotico.

In parallelo, alcune piattaforme sportive commerciali offrono già previsioni in tempo reale basate su statistiche storiche, ma si tratta di analisi molto più semplici, che ignorano il linguaggio corporeo del giocatore.

Resta infine un interrogativo aperto: fino a che punto è lecito usare l’intelligenza artificiale nello sport? Se un giorno gli algoritmi dovessero influenzare direttamente le scelte dei portieri, potremmo trovarci davanti a un calcio “assistito” dalla macchina, dove l’imprevedibilità — da sempre l’anima del gioco — rischierebbe di scomparire.

In attesa che arrivino regolamenti ad hoc, una cosa è certa: l’IA ha già iniziato a entrare in area di rigore, e da ora in poi sarà difficile tenerla fuori dai pali.