Si parla di ponti mirabolanti, di linee ferroviarie supersoniche, di aerodroni e persino di nuovi viaggi sulla Luna. Nel frattempo, Linosa resta inchiodata al medioevo dei servizi essenziali.
Un giorno è l’avaria al motore della nave.
Il giorno dopo il mare “troppo mosso”.
Poi arriva la “il giorno settimanale di riposo tecnico”.
E nel frattempo, tra compagnie di navigazione finite sotto indagine come Liberty Lines e dirigenti e figure pubbliche — RINA, Capitaneria di Porto — nel mirino della magistratura, chi vive qui resta appeso a un filo. O meglio: a una tratta marittima sempre più inaffidabile.
Anche il Soccorso sembra diventato un affare da bandi su misura, mentre l’assistenza sanitaria è ridotta al lumicino: un solo medico di guardia, quando c’è, sperando che non serva un luminare ma che arrivi almeno qualcuno.
E come se non bastasse, da dieci giorni Linosa combatte anche con l’interruzione del cavo di telecomunicazione: Internet che “saltella”, quando non scompare del tutto. Nel 2025.
Insomma, per la più piccola delle Pelagie la situazione è ormai insostenibile. E l’isolamento non è più solo geografico: è amministrativo, tecnologico, logistico, sanitario.
Cari amministratori, cari ministri, caro Presidente della Repubblica:È vero, Linosa è un’isola piccola, lontana, costosa da raggiungere e ancora più costosa da servire. Ma questo non può essere un lasciapassare per ignorarla. Anche perché i fondi — quando arrivano — si perdono nei meandri della burocrazia, che si blocca puntualmente davanti alla mancanza di “un’anima buona” che voglia davvero portare a termine gli iter.Siamo nelle vostre mani.Poi, come si dice qui, ci penserà il Signore. Ma nel frattempo, sarebbe bello se ci pensaste anche voi.
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